È morto ieri sera, 20 Maggio, l’ex pilota di Formula 1, e tre volte campione del mondo, Niki Lauda.
L’austriaco, che aveva compiuto 70 anni lo scorso 22 Febbraio, aveva subito otto mesi fa un trapianto di polmone. Era ricoverato, da un paio di giorni, in una clinica privata in Svizzera, a causa di problemi ai reni.
Era necessaria una dialisi, ma nulla faceva pensare a un decesso.
La morte dell’ex pilota e imprenditore è stata resa nota, con un comunicato, dalla famiglia:
“Con profondo dolore annunciamo che il nostro amato Niki è morto pacificamente circondato dalla sua famiglia Lunedì 20 Maggio 2019. I suoi successi unici come sportivo e imprenditore sono e rimarranno indimenticabili”.
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La carriera e i successi
Era nato a Vienna, il 22 Febbraio 1949, Andreas Nicolaus Lauda, detto Niki. Proveniente da una ricca famiglia di banchieri austriaci, Lauda aveva abbandonato gli studi universitari nel 1968 per dedicarsi all’automobilismo, passione che aveva coltivato fin da giovanissimo.
Nel 1971 Niki Lauda era riuscito ad esordire sia in Formula 2 che, addirittura, in Formula 1 – nel Gran Premio d’Austria, al volante di una March, ritirandosi, tuttavia dopo pochi giri.
Nel 1972 aveva disputato l’intero Mondiale di Formula1 e, l’anno successivo, aveva stipulato un contratto, come pilota pagante, con la BRM.
In questo periodo aveva conosciuto Clay Regazzoni, il quale, passando in Ferrari nel 1974, aveva favorito l’ingaggio, non senza polemiche, dell’austriaco.
Lauda, con la scuderia di Maranello, ha vinto il campionato Mondiale di Formula 1 nel 1975 e nel 1977.
Il 1° Agosto 1976, al Gran Premio di Germania, sul pericoloso circuito di Nurburgring, Niki Lauda ha avuto il più grave incidente della sua carriera. Tale incidente gli ha provocato gravi ustioni in volto, sfigurandolo per sempre. Dichiarato fuori pericolo di vita il 5 Agosto, l’11 Settembre 1976 aveva deciso di tornare a correre, a soli 42 giorni dall’incidente, giungendo quarto al Gran Premio d’Italia, sul circuito di Fiorano, e raccogliendo punti importanti per la vittoria finale. Il titolo, tuttavia, lo conquistò James Hunt, suo eterno rivale, dopo che Lauda si era ritirato al secondo giro durante l’ultimo Gran premio della stagione, quello in Giappone. Fu solo 1 il punto di distacco in classifica generale tra l’austriaco, giunto secondo, e l’inglese.
Il primo ritiro, il ritorno in pista, la vittoria con la McLaren e l’addio definitivo
Dopo essersi trasferito all’Alfa Romeo nel 1978, Lauda aveva deciso di ritirarsi nel 1979, per dedicarsi completamente allo sviluppo della propria compagnia aerea, la Lauda Air.
Tuttavia, il 30 Settembre 1981 aveva annunciato il ritorno per la stagione 1982, svelando il suo possibile approdo in McLaren, cosa che poi, effettivamente, era avvenuta.
Con La McLaren, Niki Lauda è riuscito a conquistare il terzo titolo mondiale della sua carriera nel 1984.
Nel 1985, dopo una stagione difficile, al Gran Premio d’Austria, lo stesso dove aveva esordito 14 anni prima, ha annunciato nuovamente il ritiro, questa volta definitivo.
Niki Lauda imprenditore, consulente e commentatore televisivo
Dopo il secondo e definitivo ritiro, Lauda è tornato a occuparsi della Lauda air e, inoltre, ha svolto le professioni di commentatore televisivo per emittenti di lingua tedesca e di consulente per diversi team di Formula1 – tra cui Ferrari e Jaguar – per ciò che concerne problemi organizzativi e gestione della squadra.
Nel Settembre 2012, è stato nominato presidente onorario non esecutivo della scuderia Mercedes, della quale deteneva anche un pacchetto azionario del 10%. Ha contribuito all’arrivo di Lewis Hamilton nel 2013, vincitore di 4 mondiali di Formula1 con la scuderia tedesca.
Nel 2013, il regista Ron Howard ha dedicato alla sua figura e a quella di James Hunt – mettendone in luce soprattutto la rivalità ma anche il reciproco rispetto – il film Rush, con Daniel Bruhl nella parte dell’austriaco e Chris Hemsworth in quella dell’inglese.
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