Par condicio europee e amministrative 2019: diffida Agcom, quando scatta

Pubblicato il 21 Maggio 2019 alle 20:43 Autore: Giuseppe Spadaro

Par condicio e amministrative 2019, il tg2 diffidato dall’Agcom per mancata imparzialità di alcuni servizi andati in onda.

Par condicio europee e amministrative 2019: diffida Agcom, quando scatta

Il prossimo 26 maggio 2019 si terranno in Italia le elezioni europee e un turno di elezioni amministrative in cui saranno chiamati al voto molti italiani che dovranno rinnovare i consigli comunali. Come sempre quando si vota nelle settimane che precedono il voto si è in regime di Par condicio.

Par condicio, la finalità della normativa

La normativa sulla Par Condicio promuove e disciplina l’accesso ai mezzi di informazione per la comunicazione politica, al fine di garantire la parità di trattamento e l’imparzialità rispetto a tutti i soggetti politici.
Anche in ambito locale, le emittenti radiofoniche e televisive devono garantire il pluralismo, attraverso la parità di trattamento, l’obiettività, l’imparzialità e l’equità sia nei programmi di informazione che nei programmi di comunicazione politica

Diffida al Tg2, la contestazione dell’Agcom

A poca distanza dal voto l’Agcom ha dato notizia della diffida inviata al Tg2 collegata alla Par condicio. Come mai? Per violazioni dell’art. 4, comma 2, delle disposizioni di attuazione della materia disciplina in materia di comunicazione politica e di parità di accesso ai mezzi di informazione relative alla campagna per l’elezione dei membri del parlamento europeo spettanti all’Italia fissata per il giorno 26 maggio 2019 (94/19/Cons.).

Testualmente, come riferisce l’Agi, Agcom contesta di aver verificato “in taluni contenuti inseriti nel notiziario andato in onda in prima serata nella giornata di venerdì 17 – peraltro riproposti nella puntata di Tg2Post dello stesso giorno – manifeste violazioni dell’art. 4, comma 2, delle disposizioni approvate dalla Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, nonché dell’art. 7, comma 2, della Delibera 94/19/Cons”.

Ovvero con i servizi tv andati in onda “in ragione della natura incompleta, parziale e non obiettiva delle informazioni riportate – anche per l’omissione di parti significative di dichiarazioni di terzi e la conseguente distorsione del messaggio generale – rischiano di determinare, anche indirettamente, situazioni di vantaggio o di svantaggio, per determinate forze politiche che la normativa citata vieta espressamente all’interno dei notiziari”.

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L'autore: Giuseppe Spadaro

Direttore Responsabile di Termometro Politico. Iscritto all'Ordine dei Giornalisti (Tessera n. 149305) Nato a Barletta, mi sono laureato in Comunicazione Politica e Sociale presso l'Università degli Studi di Milano. Da sempre interessato ai temi sociali e politici ho trasformato la mia passione per la scrittura (e la lettura) nel mio mestiere che coltivo insieme all'amore per il mare e alla musica.
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