Anche in Francia queste elezioni europee saranno un test per il governo. In questo caso per la presidenza dei Emmanuel Macron a due anni dall’insediamento e dopo le proteste dei gilet gialli che hanno catalizzato l’attenzione dei media per lungo tempo.
Esattamente come nel 2017 la sfida principale per BVA è tra Macron e Le Pen e i rispettivi partiti, primi a fronte di una frammentazione del resto molto comune nella politica francese.
Al primo posto con il 23% è la lista ispirata al Rassemblement national di Le Pen, “Prenez le pouvoir”. Ma Renaissance, il brand di En Marche per le europee, è subito dietro, con il 22%. A influire alla fine dovrebbero essere i tanti indecisi, il 25% che pensa di poter cambiare idea e il 15% che voterà ma non sa cosa. L’affluenza del resto appare veramente bassa, tra il 46% e il 52%, e può avere la sua importanza nel determinare il risultato.
Sondaggi elettorali Francia, sinistra e destra frammentati
Gli altri partiti, quelli che una volta dominavano la scena, i gaullisti e i socialisti per esempio, appaiono molto frammentati.
L’Unione della destra e del Centro, che rappresenta la destra moderata dei Republicaines è al 13%, molto più in basso rispetto al 20% di Fillon nel 2017.
Sconta il 3,5% di Dupont Aignan, più populista ed euroscettico, ma anche l’1,5% del partito per la Frexit di Assellineau. Philippot, fuoriuscito dal RN, si è messo a capo di una parte dei gilet gialli ed è al 2%.
I centristi dell’UDI, filo-europeisti, sono solo all’1,5% con Lagarde.
A sinistra prevale di poco la France Insoumise di Melenchon, con l’8,5%, comunque in calo rispetto al 2017, ma la novità sono i partiti ecologisti. Sono due, il più tradizionale Europe ecologie, è all’8%, mentre Urgence ecologie è data all’1%.
La lista in cui è inserito il partito socialista, quella guidata da Glucksmann, è stimata al 5%. Mentre quella di Hamon, già deludente candidato socialista due anni fa, è solo al 2,5%.
Al 3% i comunisti e all’1,5% gli animalisti.