Elezioni 26 maggio 2019: temi della chiesa. Quali sono e suddivisione
Alla vigilia delle elezioni del 26 maggio, la Chiesa è in allarme per l’uso della religione cattolica da parte dei movimenti sovranisti
Dal cosiddetto patto Gentiloni, che nel 1913 riportò i cattolici alla partecipazione alla vita politica del Paese, di tempo ne è passato. E oggi, in una società profondamente laicizzata, parlare di quanto le posizioni delle gerarchie cattoliche possano influenzare il voto del prossimo 26 maggio, può sembrare un esercizio inutile.
Eppure così non è se si pensa a quanto, anche tra i leader di casa nostra, si faccia ancora uso di croci, rosari e simboli religiosi. Ultimo in ordine di tempo è stato il leader del Carroccio Matteo Salvini che, dal palco di Piazza Duomo a Milano, ha preso un rosario tra le mani e chiesto la benedizione “al Cuore immacolato di Maria che ci porterà alla vittoria“. Davanti a quella stessa folla che, poco prima, aveva fischiato quando il segretario aveva citato Papa Francesco.
Potrebbe sembrare una contraddizione ma non lo è. Le posizioni assunte più volte dal pontefice sul tema dell’accoglienza ai migranti, del resto, cozzano con la narrazione della Lega. Una distanza che lo stesso ministro dell’Interno ha più volte sottolineato e che oggi preoccupa anche il Vaticano.
Elezioni 26 maggio 2019: i timori del Vaticano
“Abbiamo due spine: l’unità della Chiesa e l’irrilevanza dei cattolici in politica. Non c’è più un partito di riferimento, e mi pare difficile che possa rinascere. E nel deserto avanza il sovranismo religioso della Lega… “. In questo virgolettato di un anonimo alto prelato vaticano, riportato da Massimo Franco in un retroscena per il Corriere della Sera, ci sarebbe la sintesi della posizione di papa Bergoglio.
A esprimere dubbi sull’avanzata del fronte sovranista e populista in Europa e anche l’ex presidente della Conferenza episcopale italiana, oggi capo dei vescovi europei, Angelo Bagnasco. Intervistato da La Stampa mette in guardia, “Nessuno si appropri dei valori cristiani“, e sottolinea che le parole di Papa Francesco rispecchiano a pieno le competenze del Capo della Chiesa. “Ricordare che l’accoglienza e l’integrazione sono valori irrinunciabili del Vangelo – ha detto Bagnasco – fa parte del Magistero. Non hanno nessun colore. Io, insieme a tutti i Vescovi e alle comunità cristiane, ringrazio il Santo Padre Francesco per le sue indicazioni umane e pastorali. Siamo tutti con lui”.
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