Esecuzione forzata: pignoramento 2/5 dello stipendio. Quando scatta

Pubblicato il 23 Maggio 2019 alle 13:27 Autore: Claudio Garau

Esecuzione forzata: che cos’è il pignoramento dello stipendio e sulla base di quali presupposti esso può essere attivato, sui 2/5, dal creditore?

Esecuzione forzata: pignoramento 2/5 dello stipendio. Quando scatta
Esecuzione forzata: pignoramento 2/5 dello stipendio. Quando scatta

Sappiamo quanto oggi possa essere difficile, per un debitore, far fronte a spese come canoni di affitto, mutui, utenze varie. Spesso allora si trova nella situazione di non riuscire a pagare tutto quanto e ad essere quindi insolvente verso uno o più debitori. In queste circostanze, i suoi creditori possono ben tutelarsi attraverso l’istituto del pignoramento dello stipendio. Di seguito vediamo cosa dice la legge in merito all’ipotesi in cui lo stipendio non sia pignorato per un solo quinto, bensì per due.

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Esecuzione forzata: cos’è il pignoramento dello stipendio?

Tanti possono essere i soggetti che, nei confronti del debitore, vantano legittime pretese economiche: la ex-moglie, l’amministratore di condominio, il padrone di casa nel caso il debitore viva in affitto ecc. Per essi, tra i vari strumenti di tutela del credito, la legge prevede lo strumento del pignoramento del quinto dello stipendio, un particolare tipo di esecuzione forzata sui beni del debitore. Attraverso questo istituto è pertanto espropriata in modo forzato una quota (generalmente un quinto) dello stipendio del debitore, al fine che essa sia versata, direttamente dal datore di lavoro al creditore, sino alla soddisfazione del suo credito. Si tratta, cioè, di un limite valevole per lo stipendio non ancora accreditato sul conto corrente del debitore.

Tale ipotesi di esecuzione forzata è materialmente attivata dal creditore, assistito e consigliato dal suo avvocato di fiducia, e messa in pratica dall’ufficiale giudiziario. È chiaro che pignorare uno stipendio, specialmente se legato ad un contratto di lavoro a tempo indeterminato, garantisce una probabile soddisfazione del proprio credito. L’accantonamento del quinto dovrà essere poi versato mensilmente al creditore, sino al pagamento totale di quando dovuto. C’è da dire che, comunque, il provvedimento che dispone di fatto il pignoramento è dato dal giudice competente. Vediamo ora cosa dice la legge in merito all’ipotesi di un ulteriore pignoramento dell’ammontare dello stipendio.

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La legge consente il pignoramento di due quinti dello stipendio? quando scatta?

Ci si può legittimamente domandare se la legge consente, per una più piena tutela delle pretese di credito degli aventi diritto, una ulteriore esecuzione forzata sullo stipendio del debitore, vale a dire il pignoramento su due quinti dello stipendio. La risposta da darsi è sicuramente affermativa e il pignoramento di due quinti può essere contestuale a quello del quinto: ciò però a patto che si tratti di due creditori di ambiti differenti tra loro. Facciamo cioè riferimento a tre categorie distinte: crediti di natura fiscale, crediti per alimenti e mantenimento, crediti di natura privata (come ad esempio rate del mutuo, canoni di affitto ecc.). Ne consegue che, ad esempio, sarà possibile anche l’esecuzione forzata per due quinti laddove agiscano, allo stesso tempo, Agenzia Entrate Riscossione (per crediti relativi ad imposte) e una banca (per crediti relativi a prestiti).

Comunque, vale sempre la regola generale per la quale, anche in concorrenza di più crediti diversi, il pignoramento non opera mai su più della metà dello stipendio. Se, invece, i creditori sono della stessa categoria (ad esempio due banche diverse), varrà piuttosto la regola della precedenza, secondo un criterio temporale: il primo soggetto ad aver avviato la procedura di pignoramento, sarà completamente soddisfatto; solo in seguito il secondo soggetto ad aver avviato l’esecuzione forzata, potrà attivare il pignoramento di cui trattasi.

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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