Sarà una domenica di voto quella del 26 maggio quando, in tutta Italia, i cittadini saranno chiamati ad eleggere i propri rappresentanti al Parlamento europeo. Ma sarà anche una giornata di intenso lavoro per tutti i cittadini impegnati nei seggi elettorali.
Come previsto all’art 119 del Testo unico 361/1957, “In occasione di tutte le consultazioni elettorali disciplinate da leggi della Repubblica o delle regioni, coloro che adempiono funzioni presso gli uffici elettorali, ivi compresi i rappresentanti dei candidati nei collegi uninominali e di lista o di gruppo di candidati nonché, in occasione di referendum, i rappresentanti dei partiti o gruppi politici e dei promotori del referendum, hanno diritto ad assentarsi dal lavoro per tutto il periodo corrispondente alla durata delle relative operazioni“.
Tali permessi, quindi, sono concessi non solo ai rappresentati di lista o del partito, ma anche a chi svolge funzione di scrutatore, segretario, vicepresidente e presidente.
Come esplicitato nel Testo unico, il permesso vale per tutta la durata delle operazioni elettorali, dalle operazioni preliminari all’apertura del seggio, il sabato pomeriggio, fino al momento in cui viene verbalizzata la chiusura. Accade spesso che le operazioni di scrutinio occupino non solo l’intera giornata successiva al voto, il lunedì, ma che si protraggano fino alle prime ore del martedì. In quel caso, l’assenza del lavoratore sarà giustificata per l’intera giornata in questione.
Riposi compensativi elezioni 2019: il recupero del giorno festivo
Oltre al riconoscimento dell’assenza giustificata, i dipendenti hanno diritto anche ai cosiddetti riposi compensativi per il lavoro svolto nei giorni festivi, o non lavorativi, compresi nel periodo di svolgimento delle operazioni elettorali.
Vale a dire che coloro che solitamente lavorano su cinque giorni, avranno diritto a recuperare non solo la domenica ma anche il sabato precedente. Il recupero dei giorni dovrà essere concordato con il datore di lavoro sulla scorta delle esigenze lavorative e comunque non oltre i sei giorni lavorativi, che diventano cinque in caso di settimana lavorativa corta.
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