Calendario fiscale 2019: proroga scadenze, come cambia il termine
Potrebbero esserci importanti modifiche al calendario fiscale 2019, con la proroga di alcune scadenze. Ecco come cambiano i termini.
Quando il decreto crescita sarà convertito in legge, allora si concretizzerà anche quanto contenuto in alcuni emendamenti che prevedono diverse proroghe relative agli adempimenti nel calendario fiscale 2019. Si tratta per lo più di slittamenti di date per alcuni obblighi fiscali. Ma ovviamente non tutti. Permangono, ad esempio, i termini di scadenza di presentazione del modello 730 2019, che cadono il 7 luglio per la presentazione tramite sostituto d’imposta e il 23 luglio in caso la dichiarazione sia presentata direttamente, o tramite Caf/Patronato.
Calendario fiscale 2019: quali scadenze cambiano
A cambiare con ogni probabilità, seppur non ancora ufficialmente, sarà il termine ultimo per la presentazione del modello Redditi relativo a società e persone fisiche. La scadenza slitterà di 2 mesi, cambiando così dall’attuale 30 settembre al 30 novembre. O meglio, il 30 novembre dovrebbe essere la data a regime, ma quest’anno cade di sabato, pertanto la proroga arriverà fino al 2 dicembre.
Buone nuove anche per chi deve presentare la dichiarazione Imu-Tasi, con la scadenza che slitta di ben 6 mesi. Dal 30 giugno, com’è attualmente, si arriva infatti al 31 dicembre 2019. Si tratta di ben 6 mesi supplementari, ma tale proroga è rivolta solo ai soggetti che dovranno comunicare le variazioni intervenute nell’anno 2018.
Calendario fiscale 2019: emendamenti decreto crescita, le altre novità
Come abbiamo scritto in precedenza, nessuna proroga per la presentazione del modello 730/2019. Ci sarebbero invece altre novità, altrettanto interessanti, determinate dagli emendamenti al DL. Innanzitutto il ravvedimento, che potrebbe applicarsi anche nell’eventualità in cui un contribuente abbia effettuato un versamento parziale delle tasse. Ciò aumenterebbe dunque le possibilità di ravvedimento operoso, ovvero di revisione e correzione autonoma degli errori. L’altra novità consisterebbe nel divieto imposto al Fisco di domandare dati e informazioni di cui è già in possesso. Ciò nella eventualità in cui si stiano effettuando controlli tramite prove documentali. Quest’ultimo emendamento aspetta ancora l’approvazione del Parlamento.
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