Elezioni India, Modi riconfermato alla guida del paese
Elezioni India: le ragioni della vittoria di Modi e del BJP. Il peso delle relazioni con il Pakistan sull’estio del voto e le sfide per il nuovo governo
Narendra Modi è stato riconfermato primo ministro dell’India. Il suo partito, il Bharatiya Janata Party (BJP), ha infatti vinto le elezioni nel paese. Elezioni che hanno portato alle urne 600 milioni di persone nel corso dell’ultimo mese e mezzo. I primi risultati sono stati comunicati dalla Commissione Elettorale indiana nella giornata di ieri. Per quanto il conteggio non sia definitivo, ormai l’esito della consultazione è delineato.
Modi ha ottenuto una vittoria netta nei confronti dei principali avversari del Congress, il cui candidato era Rahul Gandhi. Da solo il BJP ha conquistato la maggioranza degli eletti al Parlamento, il Lok Sabha, che conta 542 seggi. In coalizione con altri partiti alleati dovrebbe raggiungere circa 345 seggi. Malissimo il Congress, che ha raccolto una cinquantina di seggi, troppo per potersi considerare ancora un’alternativa su scala nazionale al partito di Modi.
Perché Modi ha vinto
Premiata dunque la campagna elettorale del BJP. Questa ha puntato sul piano interno su una retorica nazionalista e fortemente religiosa, coniugata ad un forte afflato securitario. Mentre sul piano esterno, l’ha fatta da padrone l’innalzamento dell’ostilità soprattutto retorica nei confronti del vicino pakistano. Islamabad, alleato del ben più potente rivale cinese, si è comunque congratulata con Modi tramite le parole del primo ministro del paese Khan. I fatti dello scorso febbraio nella regione del Kashmir si sono rivelati un fattore favorevole alla campagna dell’attuale premier.
Promossa inoltre, almeno alle urne, anche la politica economica di Modi, di impronta decisamente liberista, che il premier ha definito vicina alle esigenze dei poveri del paese. Tra le proposte di Modi ce ne sono molte relative a temi cruciali per l’India, come la creazione di decine di nuove di facoltà di medicina per venire incontro alle esigenze sanitarie del paese, oppure l’innalzamento dei redditi nell’imponente settore agricolo del paese.
Il leader del BJP ha inoltre promesso di rendere l’India terza economia del mondo entro il 2030. Ma Modi, di forte fede hindu, è riuscito anche a riconfermarsi portavoce e leader dell’appartenenza religiosa nel suo paese. In particolare, promettendo l’apertura di nuovi templi in onore delle divinità hindu di cui il suo partito promette da sempre di difendere l’identità.
Elezioni India, le conseguenze sul piano internazionale
Per il nuovo premier si aprono sfide importanti soprattutto nei confronti dell’ aggressivo vicino regionale cinese con il quale ha un forte contenzioso rispetto al progetto delle Nuove Vie della Seta, e in generale per l’influenza politica Sul continente asiatico.
Da questo punto di vista la riconferma di Modi è una buona notizia anche per il presidente americano Donald Trump. Il quale con il leader indiano ha ottimi rapporti, e che vorrebbe inserire l’India all’interno dell’anello di contenimento cinese previsto dal cosiddetto progetto QUAD. Questo include anche Giappone ed Australia e delinea la cosiddetta strategia indopacifica con la quale Washington vorrebbe rispondere a livello geopolitico alla crescita di influenza di Pechino.
Da comprendere anche le ripercussioni sulla politica con il vicino Pakistan. La riconferma di Modi, che ha dichiarato di voler togliere al Kashmir lo status di regione speciale, potrebbe portare ad un innalzamento delle tensioni in futuro con Islamabad.
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