È interessante capire come funziona l’istituto della prescrizione in relazione alle bollette dell’acqua, in particolare a quale lasso di tempo occorre fare riferimento per sfruttare questa regola giuridica e veder così venir meno l’obbligo di pagare il correlato debito. Di seguito capiamo più nel dettaglio di che cosa si tratta.
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Bolletta acqua: come funziona la nuova disciplina della prescrizione?
Sappiamo che non sempre la bolletta acqua riporta dati considerabili “proporzionati”: non è raro infatti vedersi recapitata a casa una bolletta acqua indicante consumi esagerati e inaspettati. Secondo la nuova disciplina della prescrizione in materia di bolletta acqua, se riceve una bolletta della luce, acqua o gas legata a consumi di oltre due anni fa, il privato non deve più saldare alcun debito verso lo Stato. Ciò in quanto il debito stesso è ormai prescritto. Infatti, con la legge di bilancio del 2018, abbiamo una deroga alla regola generale sulla prescrizione, contenuta nel codice civile, in base alla quale la prescrizione generale quinquennale per i debiti da pagarsi annualmente o mensilmente, in caso di bolletta acqua (luce e gas), scende a 2 anni. Invece, per ciò che attiene alle bollette telefono ed altre utenze (come ad esempio quelle per i canali televisivi a pagamento), la prescrizione permane quinquennale.
Al momento, in base alle indicazioni che ricaviamo dalla suddetta legge dell’anno scorso, la prescrizione sulla spesa qui in esame, permane di 5 anni: ciò fino al primo gennaio 2020, data dalla quale la riduzione della prescrizione diverrà effettivamente vigente. Quindi, per ora, l’eccezione della prescrizione non vale se non nel termine quinquennale. Ciò però non impedisce al privato cittadino di potersi difendere, vediamo come.
Come il cittadino può al momento comportarsi?
Il privato cittadino, non potendosi ancora avvalere della nuova disciplina della prescrizione in materia di pagamento dell’acqua (solo a partire dal 2020) e dovendo per ora fare riferimento al termine ordinario quinquennale, dovrà attivarsi e dimostrare, di sua spontanea volontà, che la sproporzione dei consumi è invero dovuta ad elementi esterni, non prevedibili e non controllabili. Dovrà allora provare di aver vigilato con diligenza affinché soggetti terzi ed abusivi non siano stati capaci di alterare il funzionamento del contatore o comunque aumentare i consumi, ad insaputa del proprietario. Oppure dovrà dimostrare che, ad esempio un guasto o una perdita, sono state causa della sproporzione della bolletta in oggetto.
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