Dal 1° giugno alcuni pensionati subiranno delle modifiche importanti sul proprio cedolino. Da questa data infatti entrerà in vigore il taglio alle pensioni d’oro da un lato e il conguaglio diretta conseguenza del blocco rivalutazioni. Sulle pensioni ultime notizie non arridono certo ai pensionati che percepiscono assegni di importo superiore ai 100 mila euro annui, così come a quelli il cui assegno supera i 1.522 euro mensili. Un taglio che arriverà a elezioni concluse e sul quale i sindacati attaccano. Sindacati come la Uil.
Pensioni ultime notizie: a giugno arrivano i tagli
La forbice taglierà dunque su due fronti. La prima decurtazione sarà sulle pensioni d’oro. Ci sarà un taglio del 15% sugli assegni di importo compreso tra 100.000 e 130.000 euro. Per gli importi che superano i 200 mila euro ma non eccedono i 35 mila euro il taglio sarà del 30%. Riduzione del 35% per gli importi compresi tra 350 mila euro e 500 mila euro. Il taglio più grande sarà per gli assegni superiori a 500 mila euro annui (-40%).
La seconda decurtazione è invece determinata dal blocco rivalutazioni. Per gli assegni di importo superiore a 3 volte il minimo e inferiori a 4, la rivalutazione sarà del 97%. Per gli assegni compresi tra 4 e 5 volte il minimo la rivalutazione sarà del 77%. Se l’importo è tra 5 e 6 volte il minimo, l’assegno sarà rivalutato del 52%, mentre tra 6 e 8 volte il minimo del 47%, oltre 8 volte il minimo del 45%. Infine, se l’assegno della pensione è oltre 9 volte il minimo la rivalutazione sarà del 40%. In conclusione la rivalutazione piena ci sarà solo per gli assegni fino a 3 volte il minimo. A giugno ci sarà dunque il recupero di quanto assegnato indebitamente in più nel primo trimestre 2019: un conguaglio che farà felici pochi pensionati.
Taglio pensioni, la Uil protesta
La Uil ha pubblicato un comunicato riportando un proprio studio sui tagli e lanciando l’allarme. Ha parlato quindi di “persecuzione nei confronti dei pensionati italiani” reiterato con il blocco delle perequazioni stabilito dall’ultima Legge di Bilancio. “A seguito di quest’ultimo provvedimento – e considerate le conseguenze delle misure passate nel periodo dal 2011 al 2019 – gli effetti sull’assegno pensionistico dei pensionati saranno ingenti. Infatti, nel caso di un pensionato con una pensione di poco superiore alle 3 volte il minimo, 1.568 € nel 2019, il mancato adeguamento ha comportato una perdita permanente pari a circa 960 € annui”. Insomma, quasi 1.000 euro all’anno. Ma la protesta della Uil non finisce qui. “Il blocco produrrà risparmi per lo Stato pari a 3,6 miliardi di euro per i prossimi 3 anni, che diverranno 17,3 miliardi nel prossimo decennio”.
Cifre lontane dai “pochi spiccioli” citate poco tempo fa dal premier Conte (la Uil fa riferimento a quanto paragonò i pensionati a L’Avaro di Molière). Il sindacato parla di “prelievo forzoso”, denunciando la volontà di portarlo a termine una volta per tutte. Quindi “è necessario ripristinare la piena indicizzazione delle pensioni e recuperare il montante perso in questi anni, per questo abbiamo avviato delle iniziative su tutto il territorio nazionale che culmineranno nella grande manifestazione del prossimo 1° giugno in Piazza del Popolo a Roma”.
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