I sondaggi di questi mesi avevano in parte previsto il risultato di questa tornata di Europee. Tuttavia, dopo due settimane di blackout elettorale, secondo alcuni addetti ai lavori la Lega risultava in calo, anche se stabilmente in testa alle forze politiche, e il Movimento 5 Stelle in ripresa anche se comunque a rischio sorpasso “da sinistra”.
Elezioni europee 2019: una vittoria schiacciante della Lega
Dunque, non tanto la vittoria del partito di Salvini semmai sono state le modalità con cui si è consumata a stupire: il Carroccio ha sbaragliato la concorrenza al Nord e conquistato terreno anche nelle circoscrizioni Centro, Sud e Isole. Alla fine, ha raccolto il 34%, in sostanza, due punti in più di quanto avevano preso i 5 stelle alle scorse Politiche, staccando di oltre 10 punti la seconda forza politica nazionale cioè il Pd che, a sua volta, ha superato un Movimento in preoccupante ribasso di consensi.
A completare la vittoria schiacciante del partito del vicepremier, il risultato di Forza Italia, sempre più partner minoritario della “congelata” coalizione di centrodestra – rimasta ben sotto la soglia del 10%, posta come obiettivo minimo alla vigilia. Insomma, la Lega in questo momento ha in mano il pallino su tutte le principali partite politiche del paese.
Si ribalta l’equilibrio di governo
Osservando le percentuali dei partiti è facile notare come la Lega abbia sostituito, per così dire, il Movimento 5 Stelle nel ruolo di partito guida della coalizione attualmente al governo. Nel frattempo, i pentastellati sono scesi al terzo posto che poi era la posizione occupata dal Carroccio al termine dello spoglio relativo alle scorse Politiche. Detto ciò, si trattava pur sempre di Europee non di Politiche dunque la composizione del Parlamento italiano, chiaramente, non cambierà.
Naturale, però, che il segnale proveniente dal voto per l’Europarlamento determinerà un aumento del peso di Salvini sulle scelte dell’esecutivo; tra l’altro, il vicepremier ha dichiarato che non chiederà “neanche una poltrona in più”, tuttavia, ha lasciato intendere che adesso sarà lui a dettare l’agenda del governo, con buona pace delle priorità pentastellate destinate a passare in secondo piano.
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