Le elezioni europee 2019 in Italia hanno avuto una eco importante soprattutto a livello nazionale. Prima di tutto perché hanno certificato il boom della Lega, come previsto da molti sondaggi. In secondo luogo perché hanno registrato lo spodestamento del Movimento 5 Stelle, alleato di governo dei leghisti, da parte del Partito Democratico, che riconquista alcuni suoi elettori e si conferma come seconda forza politica italiana. Ma è la brutta sconfitta del Movimento 5 Stelle (scivolato verso il 17%) che fa discutere e ora la leadership di Luigi Di Maio è in forte discussione.
Elezioni europee 2019: Lega e M5S, rovesciate le posizioni dal 4 marzo
Il dato che emerge con maggiore prepotenza è il 34% della Lega e il 17% del Movimento 5 Stelle (arrotondando). Sostanzialmente Salvini ha doppiato Di Maio e i giochi di forza del post-4 marzo si sono ribaltati. Sulla pagina Facebook di Di Maio, di consueto molto attiva, l’ultimo post risale a ieri, al momento del voto. Un silenzio che vale più di mille parole. Perché adesso il leader pentastellato sembra essere in forte discussione e così la linea politica.
L’alleanza con la Lega, certamente, ma anche l’essersi basato su un elettorato pigro, quello meridionale e insulare, dove il M5S è ancora il primo partito, ma il cui astensionismo alle europee è stato decisivo. Forse non più di tanto, forse il copione sarebbe stato lo stesso, perché la distanza con la Lega (17 punti percentuali circa) è veramente tanta.
M5S in subbuglio: Di Maio fuori?
E ora ci saranno le conseguenze. Dal Corriere riportano che è in atto una ipotesi di commissariamento per Di Maio. Il ministro del Lavoro e vicepremier ha però dalla sua il manico del coltello: il M5S è al governo e se si dovesse porre termine alla legislatura e tornare a nuove elezioni, non è detto che ci tornerà. Anzi, visti i numeri di questa notte, è praticamente sicuro che farà l’opposizione (ma stavolta non da Palazzo Chigi). Lo stesso discorso (quello dell’opposizione) si sarebbe potuto fare per la Lega, ma i risultati hanno ribaltato lo scenario post-4 marzo 2018 e adesso è la Lega a fare la voce grossa.
Dopo Di Maio chi ci sarà?
Certo è che, comunque dovesse andare, la leadership di Di Maio sembra ormai giunta al termine. Dietro di lui ci sono Alessandro Di Battista, che alle ultime comparsate non ha mai perso occasione di denunciare la sua posizione (attualmente) nelle retrovie, e Roberto Fico.
Elezioni europee 2019: Di Maio deluso ma pensa già al futuro
Al Corriere Di Maio ha preso atto dell’astensione della sua gente. “Attende risposte e noi queste risposte gliele vogliamo dare”, ammettendo poi di essere ancora “l’ago della bilancia di questo governo”. Un segnale a Salvini, certo, ma anche al Movimento 5 Stelle stesso, che invece di far quadrato ora rischia di spezzettarsi in tanti piccoli movimenti. Di Maio pensa infatti già al futuro, alle nuove misure che il governo dovrà attuare. In primis il salario minimo, poi la flat tax, quindi i miglioramenti al decreto sicurezza.
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