Elezioni Europee, i risultati dei Liberali paese per paese
I seggi raccolti paese per paese dai Liberali alle Elezioni Europee. Bene in Francia e Spagna, male in Italia e Germania. Sui LibDems l’incognita Brexit.
Nell’ambito di Elezioni Europee caratterizzate dalla più alta affluenza negli ultimi venti anni, una delle “famiglie politiche” che ha ottenuto ottimi risultati quella dei Liberali. L’Alleanza dei Liberali e Democratici per l’Europa (ALDE) ha ottenuto infatti 109 seggi al prossimo parlamento di Bruxelles.
Ben 42 seggi in più rispetto al 2014, secondo i calcoli della BBC. Decisiva le performance in Francia della Republique en Marche di Emmanuel Macron, che sebbene arrivato dietro alla Le Pen porta a casa un solo eletto in meno della leader sovranista transalpina.
Infatti, i seggi portati da Macron risulteranno decisivi per gli equilibri politici a venire. L’impossibilità per Popolari e Socialisti di raggiungere insieme una maggioranza assoluta renderà l’ALDE quasi sicuramente partner delle due famiglie storiche al governo dell’Unione. Un trionfo per Macron, da sempre portatore di una agenda molto forte di riforma della UE e che ha dovuto affrontare in patria la sfida portata dalle mobilitazioni dei gilet gialli.
C’è la possibilità a questo punto che l’asse franco-tedesco che Macron ha provato a rilanciare con Angela Merkel negli ultimi mesi possa esprimersi in termini di potere politico nel prossimo quinquennio. Il leader dell’ALDE Guy Verhofstadt, in sella dal giugno 2009 come capogruppo, potrebbe addirittura essere decisivo nella nomina del prossimo presidente della Commissione Europea. In ultimo, va segnalato come lo stesso ALDE si scioglierà per dar vita ad un nuovo soggetto, su posizioni molto “macroniane” e definito da recentemente da Verhofstadt “un gruppo globale, centrista e pro-europeo”.
ALDE alle Elezioni Europee, i seggi nel dettaglio
Detto dei 21 seggi francesi, andiamo a vedere come si sono comportati alle elezioni europee i partiti degli altri paesi affiliati al gruppo. Un seggio da Austria e Croazia, 4 dal Belgio, 3 da Estonia, Svezia, Finlandia e Bulgaria, 2 in Ungheria, Slovacchia, Slovenia, Lituania, Polonia Lussemburgo e Irlanda, addirittura 6 seggi dall’Olanda e dalla Repubblica Ceca dove il partito del premier Babis ha ottenuto un risultato convincente.
Bene anche in Danimarca, con i 5 seggi ottenuti da Venstre, partito dell’attuale premier Rasmussen. Si distingue anche il risultato in Romania, con 8 seggi conquistati dal Partito Nazionale Liberale, formazione che ha avuto in passato rapporti turbolenti all’interno del gruppo europeo soprattutto per alcune posizioni sul tema della giustizia. Otto seggi arrivano da un altro grande paese dell’Unione, la Spagna, conquistati dal partito Ciudadanos. Poco arriva dalla Germania, solo 7 eletti nel paese che invia la maggiore delegazione al Parlamento, ben 96 seggi.
Rischio Brexit e il flop in Italia
Per quanto riguarda l’Italia, il partito affiliato ad ALDE, +Europa di Emma Bonino, non è riuscito a superare la soglia di sbarramento. Non tutto è oro quel che luccica però tra i Liberali. I liberaldemocratici inglesi, affiliati al gruppo, potrebbero da un giorno all’altro svanire da Bruxelles e Strasburgo a causa della Brexit. L’ALDE perderebbe così i 16 seggi portati in dote dai LibDems, che hanno raggiunto il 21% nelle urne.
Proprio per questo si rincorrono le voci di un possibile inserimento dei Verdi nella futura maggioranza parlamentare europea. Gli ambientalisti potrebbero rinforzare il sostegno ad equilibri facilmente suscettibili alle evoluzioni politiche di Londra. Allo stesso tempo, sarebbero un partner difficile da digerire soprattutto per i Popolari, che rimangono primo gruppo in termini di eletti in Parlamento.
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