Termometro Politico nuovamente ospite di Coffee Break, trasmissione della mattina di La7 condotta da Andrea Pancani, per commentare i risultati delle ultime elezioni europee. In studio il Presidente e fondatore di TP Gianluca Borrelli, il giornalista Carlo Puca, il sottosegretario della Lega Guglielmo Picchi, il neo-eurodeputato del Pd Massimiliano Smeriglio, in collegamento dalla Redazione del Sole24Ore Carlo Orioli.
Sondaggi europee 2019: l’analisi dei flussi di voto di Tp per La7
Movimento in grande sofferenza
“Un momento di grande sofferenza” quello vissuto attualmente dal Movimento 5 Stelle; così Pancani introduce l’analisi dei flussi elettorali realizzata da Termometro Politico. Dove sono andati i circa 6 milioni di voti persi dai pentastellati a questo giro di Europee? Dopo l’exploit dello scorso 4 marzo 2018 – alle elezioni politiche – quando hanno raccolto qualcosa come 11 milioni di voti, ai 5 stelle ne sono rimasti, per dir così, 4 milioni e mezzo. Ora, buona parte degli elettori che avevano scelto il Movimento alle ultime Politiche si è astenuta. Detto ciò, anche se in molti hanno confermato la propria preferenza, di fatto meno della metà, va evidenziato un netto travaso di voti alla Lega.
La Lega ruba consensi a tutti
“La cosa interessante è che l’astensione è del Sud, mentre il passaggio verso la Lega è soprattutto nel Nord” rileva un dato fondamentale per leggere il risultato dell’ultima tornata per l’Europarlamento Gianluca Borrelli di Termometro Politico. Il Movimento resta comunque la forza politica maggioritaria nel Meridione, anche se incalzata dal Carroccio.
Tuttavia, i voti guadagnati dal partito di Salvini al Sud provengono più da Forza Italia (che perde terreno anche al Centro a favore di Fratelli d’Italia) che dai pentastellati. La Lega, quindi, attinge da Movimento 5 Stelle e Forza Italia (ipotizzabile che l’8% di chi aveva votato Berlusconi alle Europee 2014 si sia spostato su Salvini) ma, oltre a incassare un’alta percentuale di riconferma rispetto alle Politiche, ruba voti anche ad altri partiti “insospettabili”.
Sondaggi elezioni europee 2019: La vittoria «politica» di Salvini
La chiave del successo della Lega è proprio questa capacità attrattiva: in pratica, non solo è stata in grado di portare i propri elettori al voto (diversamente dai 5 stelle), sottolinea sempre Borrelli, ma ha anche preso voti dagli altri.
Un elemento decisivo considerando, per esempio, che il Pd non ha attratto nuovi elettori ma ha semplicemente confermato “i suoi” e preso qualcosa dalla sinistra e più precisamente dell’ormai sparito LeU. A questo punto, però, Borrelli precisa come bisogna considerare quella di Salvini una vittoria “politica” al di là dell’astensione e di altri fattori: è probabile che nella contrapposizione tra politiche assistenzialiste (Reddito di Cittadinanza) e interventi sulla fiscalità (Flat Tax) che ha dominato le fasi finali della campagna elettorale, alla fine, proprio questi ultimi abbiano maggiormente convinto gli elettori.
Che fine hanno fatto i voti di Renzi?
Zingaretti “ha saputo serrare le fila”, è riuscito “a tenere il suo elettorato molto bene”, ad attrarre voti da altri partiti riconducibili all’area di centrosinistra – partiti a sinistra del Pd del tutto spariti dai radar nella tornata per l’Europarlamento (da menzionare comunque la performance del Partito Comunista di Marco Rizzo e volendo dei verdi trascinati dall’«effetto Greta») – anche se “qualcosa è arrivato anche dal Movimento 5 Stelle”. Precisato questo, il dato generale rimane chiaro: “il bacino elettorale del Pd è rimasto stabile rispetto a un anno fa”, per dirla ancora meglio, il campo Dem non si è espanso. Detto ciò, spostando la lente di ingrandimento sul risultato di 5 anni fa è facile notare che solo metà del 41% incassato da Renzi è rimasto “fedele” al partito. Mentre una buona quota di quei voti è andata alla Lega di Salvini. Tale passaggio si è verificato, soprattutto, al Nord conclude Borrelli; basta il caso dell’Emilia Romagna, tradizionalmente legata al Pd, dove tra l’altro non si è registrata un’astensione particolarmente alta, che ha votato in massa la Lega, dunque, moltissimi elettori “storici” del centrosinistra stavolta hanno preferito Salvini.
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