Dichiarazione dei redditi sbagliata dal commercialista: come rettificare?
Come comportarsi nel caso un commercialista commetta uno o più errori durante la compilazione della dichiarazione dei redditi?
Spesso i cittadini si avvalgono delle conoscenze e dell’attività del commercialista per tutta una serie di pratiche molto comuni: dalla dichiarazione dei redditi fino al pagamento di imposte e tributi. Vediamo di seguito che risposte il diritto dà, nelle circostanze in cui un commercialista commetta uno o più errori nella dichiarazione dei redditi e come, pertanto, ottenere rettifica e ristoro per quanto successo.
Dichiarazione dei redditi: l’errore da parte del commercialista e il risarcimento del danno
È noto a tutti che, a volte, l’estremo dettaglio richiesto nella compilazione di una dichiarazione dei redditi, potrebbe far incappare in uno sbaglio, vale a dire in un errore certamente non voluto. Anche quando proprio un commercialista sia incaricato di redigerne una. In verità, anche in queste circostanze, è la giurisprudenza ad offrire un utile orientamento e linea da seguire, in quanto ha avuto modo di sancire che la responsabilità del professionista (e quindi l’obbligo di risarcire i danni) scatta anche nel caso di compilazione non corretta della dichiarazione dei redditi.
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Infatti, per un commercialista, redigere una dichiarazione dei redditi, pur non essendo in se stessa a volte operazione così semplice, è per lui assolutamente ordinaria e di routine. Ciò comporta che un qualsiasi tipo di errore o svista (ad esempio un errore nel riportare una cifra o nel dimenticare una detrazione fiscale) non è scusabile e dà sempre luogo a responsabilità civile e all’obbligo di risarcire i danni patiti dal cittadino, che ha richiesto la sua prestazione professionale. D’altronde, è proprio l’art. 1176 del Codice Civile (“Diligenza nell’adempimento“) a stabilire che un professionista (e quindi anche un commercialista) deve adempiere a quanto richiesto, secondo la diligenza di una persona del settore di media attenzione e preparazione. Insomma, le sviste o distrazioni che hanno condotto ad uno o più errori nella compilazione della dichiarazione dei redditi non sono mai giustificabili. Ne consegue che un commercialista non diligente o distratto dovrà risarcire i danni al proprio cliente.
In conclusione, onde anche provvedere a rettifiche per tempo e che evitino eventuali strascichi in tribunale con una causa per risarcimento danni, sarà opportuno che il cliente vigili sull’operato del proprio commercialista, in particolare sul rispetto e sulla correttezza degli adempimenti in materia di dichiarazione dei redditi. Insomma, è in ogni caso sconsigliabile quella che potrebbe definirsi una delega “alla cieca”. Ciò in quanto, a volte, una sorta di “supervisione” su chi fa il lavoro professionale è sufficiente ad attuare una tempestiva e rapida correzione e rettifica di eventuali errori, nell’interesse evidente sia del professionista stesso, che del privato cittadino.
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