Pagamento pensioni giugno 2019 in ritardo: data accredito slitta in avanti
Quando arriva il pagamento pensioni a giugno 2019? Qual è la data di accredito? Andiamo a riepilogare tutte le informazioni a riguardo.
Il pagamento delle pensioni a giugno 2019 farà storcere il naso a molti. Nel sesto mese dell’anno, infatti, subito dopo le elezioni europee, sarà applicato il taglio alle pensioni d’oro (sopra i 100 mila euro annui), nonché il conguaglio derivante dal blocco delle rivalutazioni (sopra i 1.522 euro lordi). Nel mese di giugno, in ogni caso, il pagamento pensioni giungerà anche in ritardo per tutti quelli che andranno a ritirare in banca la propria mensilità. Andiamo a vedere le date residue del calendario, con riferimento alla circolare Inps n. 122/2018.
Pagamento pensioni giugno 2019: il calendario con le date
Chi ritira l’assegno pensionistico presso gli uffici di Poste Italiane potrà recarvisi tranquillamente sabato 1° giugno, il primo giorno bancabile del mese per il Gruppo, visto che gli uffici delle Poste restano aperti anche di sabato mattina. Chi invece lo ritira alla banca dovrà aspettare lunedì 3, visto che il 1° e il 2 giugno sono il weekend e le banche sono ovviamente chiuse. Riepiloghiamo le date dei mesi restanti di accredito della pensione nel seguente calendario.
Mese | Accredito Poste | Accredito Banca |
---|---|---|
Giugno | 1 | 3 |
Luglio | 1 | 1 |
Agosto | 1 | 1 |
Settembre | 2 | 2 |
Ottobre | 1 | 1 |
Novembre | 2 | 4 |
Dicembre | 2 | 2 |
Come si evince la prossima discrepanza di accredito risalirà al mese di novembre, visto che il 1° è festa e il 2 è sabato (primo giorno bancabile di quel mese per Poste Italiane), pertanto nelle banche l’accredito arriverà lunedì 4.
Pensioni giugno 2019: arrivano i tagli
I pensionati che ricevono importi annui pari o superiori a 100 mila euro percepiranno un assegno ridotto a partire da giugno 2019, un contributo di solidarietà che corrisponderà a una riduzione del 15% per gli assegni da 100 a 130 mila euro. Il taglio aumenterà al 25% se l’importo è compreso tra 130 mila e 200 mila euro e al 30% per gli importi compresi tra 200 e 350 mila euro. Riduzione ulteriore (al 35%) per gli importi compresi tra 350 mila e 500 mila euro e al 40% per gli assegni superiori a 500 mila euro.
Anche chi percepisce di meno dovrà restituire qualcosa: chi incassa assegni superiori a 1.522 euro subirà infatti un conguaglio e si troverà di meno sul cedolino, perché sulle somme sarà applicata una detrazione di quanto preso “indebitamente” nel primo trimestre 2019. La rivalutazione piena sarà solo per gli assegni inferiori a 1.522 euro. Per maggiori approfondimenti a riguardo vi rimandiamo alla lettura di questo articolo.
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