È stata recapitata mercoledì 29 maggio la lettera che da Bruxelles chiede chiarimenti al governo italiano sulle azioni intraprese per la riduzione del debito.
Il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis e il commissario all’Economia Pierre Moscovici hanno scritto al ministro dell’Economia Giovanni Tria informandolo che la Commissione europea è al lavoro su un rapporto sullo stato del debito del nostro Paese sul quale l’Efc, il Comitato economico e finanziario della Ue, dovrà poi esprimere il proprio parere.
Lettera Commissione Ue: le regole europee
Il riferimento è ai mancati progressi dell’ultimo anno in materia di riduzione del debito pubblico. Come stabilito dal Patto di Stabilità prima e dal Fiscal compact poi, tutti i Paesi membri sono tenuti a mettere in campo misure per ridurre il debito, pena il pagamento di sanzioni. In particolare, quegli Stati, come l’Italia, che hanno un rapporto debito Pil superiore al 60% devono impegnarsi a ridurre il rapporto di almeno 1/20 all’anno. Nel nostro Paese, invece, dal 2017 al 2018 abbiamo visto diminuire il Pil e crescere il debito, portando il loro rapporto dal 131% del 2017 al 132% dal 2018.
A preoccupare la Commissione non è solo l’aumento del debito ma anche il rallentamento della crescita. Se l’Italia non metterà in campo misure adeguate, la forbice tra il debito e la ricchezza del Paese continuerà a crescere, percorrendo la strada opposta a quella indicata dai trattati. La lettere, quindi, è il primo step di una possibile procedura d’infrazione che potrebbe costare al nostro Paese ben 3,5 mld di euro.
Lettera Commissione Ue: a Tria il compito di mediare
Il ministro Tria dovrà ora formulare una risposta entro venerdì 31 maggio. Nella sua relazione dovrà spiegare il perché dei dati economici italiani e soprattutto quali misure il governo ha in mente per invertire la rotta.
Una replica con la quale il governo italiano spera di convincere i commissari ma soprattutto il prossimo Ecofin, in calendario il 9 luglio. Sarà in quella occasione, infatti, che i ministri dell’Economia della Ue dovranno decidere se avviare, o meno, la procedura per deficit eccessivo nei confronti dell’Italia.
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