Crisi di governo ed elezioni anticipate a settembre, l’ipotesi allo studio
Il ribaltamento del consenso tra le due forze della maggioranza gialloverde proietta l’ombra della crisi di governo e di elezioni anticipate
Dopo il voto europeo a Palazzo Chigi è tempo di riconsiderare gli equilibri interni alla maggioranza. Rispetto ai risultati politici dello scorso 4 marzo che hanno definito, almeno in Parlamento, i rapporti di forza del governo giallo-verde, le elezioni di domenica 26 maggio hanno restituito un’immagine completamente capovolta. Il Movimento Cinque Stelle, che aveva conquistato il 32%, ora passa al 17% mentre la Lega, che un anno fa raggiungeva il 17%, oggi ha superato il 34%.
Una ridefinizione così netta del consenso interno al Paese non può passare inosservata. Nonostante i proclami pre e post elettorali dei due vicepremier, “né una poltrona, né un vicepremier in più“, inevitabilmente all’interno del governo ciascuna forza ha iniziato a pesare la sua forza. Un calcolo che potrebbe potrebbe portare addirittura a chiedere elezioni anticipate.
Crisi di governo: nessuno vuole il rimpasto
In caso di crisi nella maggioranza, infatti, la possibilità di un rimpasto capitanato dal Movimento 5 Stelle sembra oggi meno plausibile. Nonostante l’armata grillina sia l’unica forza indispensabile nei numeri, il suo peso specifico alle elezioni europee è apparso troppo ridimensionato. Del resto l’unica forza con la quale avrebbe potuto accordarsi per un governo di scopo, il Partito democratico, ha sempre rifiutato l’idea. Una scelta che sembra aver pagato nelle elezioni europee. La soluzione meno traumatica sarebbe offrire qualche poltrona in più in Consiglio dei ministri al Carroccio, ma non è detto che l’offerta possa bastare per placare l’ambizione leghista.
Crisi di governo: l’incognita della manovra economica
Se dunque il premier Giuseppe Conte non dovesse riuscire a tenere le fila dei sui due vice, come ha invece assicurato al Capo dello Stato, l’ipotesi più accreditata resta quella del voto. E in tempi brevissimi, già a settembre.
Con la lettera della Commissione europea appena recapitata a via XX settembre e una possibile procedura di infrazione la priorità dei prossimi mesi resta la manovra economica. Dal Colle, quindi, Mattarella lavora affinché le elezioni vengano rimandate al prossimo anno.
Ma se le forze politiche non fossero disposte a mediare gli italiani potrebbero essere richiamati alle urne già nell’ultima settimana di settembre.
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