Le NBA Finals 2019: uniche, emozionanti e appassionanti, il risultato di due percorsi diametralmente opposti. Le certezze di Golden State – ancora una volta la squadra da battere – sfidano i sogni e le speranze di Toronto, che approda alle fasi finali per la prima volta nella propria storia.
Una serie che si preannuncia fin dai suoi albori memorabile. Mai nella storia della lega una squadra canadese aveva raggiunto un traguardo simile. I Raptors adesso sfideranno quei mostri sacri chiamati Warriors che per il quinto anno consecutivo approdano alle Finals. Appuntamento ore 3.00 ore italiane per il fischio d’inizio di una serie destinata a essere ricordata a lungo.
NBA Finals 2019: Golden State rimane la squadra da battere
La vittoria degli Warriors nella Western Conference non è certo una notizia sorprendente. Golden State sta scrivendo la storia della lega nel corso di questi anni, eliminando di fatto quel concetto di equilibrio che da sempre l’NBA ha cercato di difendere e distribuire fra le diverse franchigie.
Il percorso delineatosi nel corso dei Playoff ha confermato la forza di questa squadra. Le varie fasi della post season sono state superate senza significative difficoltà (4-2 contro i Clippers, 4-2 contro i Rockets, quindi 4-0 ai danni di Portland). I ragazzi di coach Kerr inseguono quello che sarebbe il terzo titolo consecutivo, il quarto in 5 anni. Non c’è alcun dubbio: Golden State è la grande favorita e sembra davvero non avere rivali.
La forza di quest’organico sta nelle sue stelle e nella perfetta sincronia creatasi nel corso degli anni. A cominciare da Steph Curry (media di 27.3 punti, 5.3 rimbalzi e 5.2 assist) che si è letteralmente trascinato sulle spalle gli Warriors dopo l’infortunio di Kevin Durant, vero MVP della post season di GS (una media Playoff straordinaria la sua con 34.2 punti, 5.2 rimbalzi e 4.9 assist). L’ala piccola del Maryland è da tempo ormai ai box e continuerà a rimanerci, almeno per Gara 1 di questa notte. La qualità di Klay Thompson e la crescita costante incontro dopo incontro di Dreymond Green completano un quartetto delle meraviglie fino ad oggi inarrestabile.
I Campioni di Oakland sono dunque lanciati verso il three-peat, un risultato raggiunto solamente da tre squadre: i leggendari Boston Celtics che vinsero otto titoli consecutivi dal 1958 al 1966, quindi dai Chicago Bulls in due occasioni, dal 1991 al 1993 e dal 1996 al 1998 nel segno di Michael Jordan, passando infine per i LA Lakers, che trionfarono dalla stagione 2000 alla 2002.
Il ritorno di KD sarà decisivo per il destino di Golden State e rappresenta la chiave tattica fondamentale per decidere questa serie.
Toronto appassionante cenerentola
L’altra faccia del tabellone, alla voce Eastern Conference, ha visto un ventaglio di emozioni firmate Toronto Raptors. La stagione dei canadesi è nella sua magia il frutto di un progetto costante e a lungo termine da parte della franchigia ora in finale NBA.
I Raptors sono riusciti nell’impresa di aver sconfitto passo dopo passo avversari ostici e complicati, su tutti i Milwaukee Bucks di Giannis Antetokounmpo. L’annata della franchigia del Wisconsin è stata straordinaria, ma ancor più sorprendente è stato il cambio di rotta di Toronto nel corso della serie. Dal 2-0 in favore dei Bucks al 4-2 definitivo. Il duello fra Giannis e Kawhi Leonard per il trono dell’Est è stato senz’altro vinto da quest’ultimo, rivelatosi un vero leader per i Raptors. I suoi numeri, del resto, sono straordinari, specie nei Playoff (media di 31.2 punti, 8.8 rimbalzi e 3.8 assist).
Un dato curioso sui canadesi: in ben 47 stati su 50 negli Stati Uniti tiferanno per una squadra che non fa nemmeno parte della federazione come i Toronto Raptors. Questo secondo uno studio condotto da “BetOnline“. I canadesi rappresentano la novità del momento, figlia di un gioco appassionante e concreto, che ha convinto tutti.
La franchigia di Toronto è adesso chiamata al definitivo salto di qualità, sia per sperare in una vittoria del titolo sia per poter dare continuità al proprio progetto. I Raptors devono infatti guardarsi dal pericolo di perdere il proprio campione (si è parlato di un interessamento da parte dei LA Lakers, in cerca di un Top Player da affiancare a Lebron James).
Toronto dovrà essere cinica e concreta fin da Gara 1. Forte del fattore casa dovrà approfittare dell’assenza di Kevin Durant per poter sperare in quello che sarebbe un autentico miracolo sportivo.
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