Visita fiscale Inps: cambio indirizzo e decurtazione stipendio. Come si evita
L’assenza alla visita fiscale Inps può portare a una decurtazione dello stipendio, se non adeguatamente giustificata. Come in caso di cambio indirizzo.
Un lavoratore si assenta per malattia: si reca dal medico di base che redige il certificato introduttivo, contenente l’indirizzo del domicilio dove potrebbe arrivare la visita fiscale Inps. Indirizzo che è cambiato da qualche tempo, visto che il lavoratore ha cambiato residenza. Indirizzo che è noto anche al datore di lavoro, sebbene quest’ultimo non abbia ancora aggiornato il database. Cosa succede, insomma, se il medico fiscale si reca al domicilio vecchio, e quindi sbagliato? Non trovando il soggetto, scatta la sanzione, a meno che il lavoratore non provi la sua ragione con giustificativi idonei.
Visita fiscale Inps: l’importanza dell’indirizzo
Come abbiamo anticipato, l’esatta indicazione dell’indirizzo del domicilio o residenza è fondamentale, sia per l’Inps, sia per il datore di lavoro. Quando il medico di base scrive il certificato medico introduttivo, è sempre opportuno dargli un ultimo controllo prima che questo venga inviato all’Inps, come stabilisce la normativa. Ricordiamo infatti che il lavoratore assente per malattia è responsabile della propria reperibilità: ovvero, deve far sì che il medico lo trovi facilmente, che il citofono o il campanello siano funzionanti, che l’indirizzo sia corretto in ogni dettaglio (come nel caso dei numeri civici con lettere, o delle eventuali confusioni tra “via” e “viale”). E ovviamente deve farsi trovare a casa negli orari di reperibilità, che ricordiamo essere differenti per lavoratori dipendenti privati e dipendenti pubblici.
Indirizzo sbagliato: per colpa di chi?
Ora, mettiamo il caso ci sia stato un cambio di residenza e il nuovo indirizzo non sia stato aggiornato dal datore di lavoro o il medico di base, per distrazione, abbia inserito quello vecchio. In quest’ultimo caso il lavoratore avrebbe dovuto controllare il certificato prima che venisse inoltrato all’Istituto di previdenza, pertanto potrebbe andare incontro a sanzione e nulla risolverebbe la questione. Cambierebbe il caso nell’eventualità in cui l’indirizzo non sia stato aggiornato, ad esempio, dal datore di lavoro e questi mandasse la visita fiscale. A questo punto il lavoratore, per evitare la sanzione, ha la possibilità di provare le proprie ragioni, attestando che il cambio di indirizzo era stato comunicato, cercando dunque di discolparsi ed evitare l’eventuale decurtazione dello stipendio.
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