Giro d’Italia: le pagelle dei protagonisti
In questo Giro d’Italia ha sorpreso Carapaz e si sono confermati Nibali e Roglic. Ha deluso Yates, il quale partiva per vincere il Giro.
È stato archiviato ieri il Giro d’Italia edizione numero 102. Se da un lato ha sorpreso Carapaz e si sono confermati Nibali e Roglic, d’altro canto va rimarcata la delusione Yates, il quale partiva per vincere il Giro. Per quanto riguarda le volate, male Gaviria e Viviani.
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Giro d’Italia: gli uomini di classifica
Partiamo con gli uomini di classifica di questo Giro d’Italia.
Richard Carapaz: voto 10
L’ecuadoreno ha fatto emozionare un’intera nazione ed è diventato un eroe nazionale di un paese che, a parte Andres Gomez(tennista) e Perez(marciatore) non ha mai avuto grandi sportivi. Pensare che le ultime tappe nel paese sudamericano sono state seguite con maxischermi nelle piazze e anche negli scantinati. Tutti volevano spingere Carapaz a una vittoria quanto mai meritata e insperata.
Eh sì perché il ciclista della Movistar è stato uno dei pochi che ha osato in questo Giro d’Italia. 2 vittorie di tappa, tra cui quella di Courmayeur che gli ha di fatto consegnato il Giro, e poi una gestione senza problemi della maglia rosa, grazie a una squadra attrezzata con un gregario di lusso come Mikel Landa. È nata una stella
Mikel Landa: voto 9
Se Carapaz ha vinto il Giro d’Italia, un grazie particolare lo deve allo spagnolo che proprio non riesce a togliersi l’etichetta di gregario di lusso. Ogni volta che la strada saliva e nel gruppo dei migliori rimanevano in pochissimi, Landa c’era e aiutava Carapaz a rintuzzare gli attacchi, come sul Mortirolo e nel tappone dolomitico di sabato. Perde il podio per 8″, al Tour del 2017 l’aveva mancato per 1″, per colpa delle cronometro, dove ha lasciato un’enormità di tempo. Probabilmente si sarebbe meritato di arrivare almeno fra i primi due, dato che a tratti in salita si è dimostrato il più forte. Voto 10 alla Movistar di Unzue, che più volte in passato è stata criticata ma che a questo Giro non ha sbagliato una mossa.
Nibali e Roglic: voto 7
Eccoli qua, i due grandi delusi del Giro d’Italia, che terminano rispettivamente 2° e 3°, ma che hanno tanti rimpianti. A causa del marcamento reciproco, i due hanno lasciato andare Carapaz sia a Ceresole Reale che soprattutto a Courmayeur, facendogli vincere il Giro. Se Roglic comunque torna a casa col primo podio in un grande Giro, 2 vittorie di tappa e 5 giorni in rosa, Nibali, che pure a tratti ha provato a mettere in difficoltà la Movistar, va a casa senza una tappa. Hanno fatto bene entrambi, ma la sensazione è che si poteva fare di più.
Miguel Angel Lopez: voto 5
È stato sfortunatissimo, vittima di un salto del cambio a Ceresole Reale e di un tifoso quanto mai stupido nel tappone dolomitico. Ma il suo Giro d’Italia non è positivo. Chiude in settima posizione, senza una vittoria di tappa e con la conquista della maglia bianca di miglior giovane. Però si doveva fare di più. La squadra più volte ha preparato un suo attacco che poi non è mai arrivato in maniera seria. A cronometro ha perso tantissimo. La sensazione è che, in un periodo storico in cui le grandi corse a tappe le vincono quasi sempre i passisti scalatori, un grimpeur come lui ha speranze solo se corre “alla Pantani”. E lui, come Pantani, ancora no lo è.
Simon Yates: voto 3
La vera delusione di questo Giro. Era arrivato sicuro di sè, affermando che i suoi avversari avrebbero dovuto tremare, mentre alle prime salite si è sciolto come neve al sole. Un Giro d’Italia mediocre, con solo il 2° posto di Courmayeur come risultato significativo e un ottavo posto nella generale quanto mai deludente.
Corsa rosa: gli altri
Parlando di velocisti, il vero trionfatore è Pascal Ackermann(voto 8), vincotore di due tappe e della maglia ciclamino della classifica a punti. Bene anche Caleb Ewan, trionfatore in due tappe(voto 8) e Arnaud Demare, vincitore di una tappa e secondo nella classifica a punti, che però avrebbe potuto conquistare se non fosse stato per un errore marchiano (voto 7). Male Fernando Gaviria, vincitore di una tappa ma solo per la squalifica di Viviani(voto 5) e Viviani stesso, che dopo quella squalifica ha faticato a sprintare(voto 4)
Per quanto riguarda le fughe, bravissimi molti italiani. Partendo da Benedetti, Cataldo e Cima(voto 7), vincitori di tappa, passando da Masnada, anche lui trionfatore in una frazione e vincitore della classifica dei traguardi volanti e primo a transitare sulla Cima Coppi (voto 7,5), fino a Giulio Ciccone, trionfatore della tappa del Mortirolo e dominatore dei G.P.M(voto 8). Un accenno va dato anche a Pello Bilbao, che insieme a Cataldo salva il Giro dell’Astana con la vittoria di tappa dell’Aquila e quella nel tappone dolomitico. Male Formolo, che arrivava da una primavera incoraggiante invece non chiude neanche tra i primi 10(voto 3)
Per quanto riguarda l’organizzazione, voto 3 a chi ha disegnato il percorso, che si è rivelato quanto mai noioso e poco emozionante.
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