Lettera Tria Ue: Ministro deposita denuncia in procura per la bozza diffusa
Il Ministero sceglie la linea giudiziaria. Lunedí sarà depositata in procura una denuncia contro la fuga di notizie sulla lettera di Tria alla Ue
“Lunedì il gen. Fabrizio Carrarini, vice-capo di gabinetto del ministro e responsabile della sicurezza cibernetica, depositerà alla Procura della Repubblica in nome e per conto del ministro dell’Economia e delle Finanze, Giovanni Tria, una denuncia per divulgazione di atti secretati e violazione di segreto d’ufficio”.
É con una nota pubblicata sul sito del Ministero dell’Economia che il titolare di via XX settembre annuncia di voler far luce sulla diffusione non autorizzata della bozza della lettera di risposta alla Commissione europea.
“La decisione – continua la nota- fa seguito alla diffusione a mezzo stampa di una bozza di lettera del ministro in risposta alle richieste di spiegazioni da parte della Commissione europea circa l’evoluzione del debito italiano nel 2018”.
Il temperamento mite del ministro dell’Economia questa volta non dissimula la sua irritazione per una fuga di notizie che ha avuto l’effetto di acuire le tensioni tra le due parti dell’esecutivo, con il Movimento Cinque Stelle che ha accusato Tria di essersi accordato con la Lega sulla replica a Bruxelles, escludendoli dalla trattativa.
Lettera Tria Ue: la fuga di notizie e l’accusa del viceministro Castelli
La querelle ha inizio venerdì sera quando alla stampa arriva una versione non definitiva del documento, con alcune annotazioni del ministro.
A scatenare l’ira nel Movimento è il riferimento ad un possibile taglio al welfare. “Dal lato della spesa, il Governo sta avviando una nuova Revisione della spesa e si riteniamo che sarà possibile ridurre le proiezioni di spesa per le nuove politiche in materia di welfare nel periodo 2020-2022”. Passaggio poi sfumato nella versione definitiva: “Il Governo sta elaborando un programma complessivo di revisione della spesa corrente comprimibile e delle entrate, anche non tributarie”.
La prima versione viene prontamente smentita, sia dal ministro Tria che da Palazzo Chigi. Solo il viceministro all’Economia in quota 5 Stelle, Laura Castelli, si dice stupita. Ai giornalisti dice di aver letto lei stessa quella bozza con il passaggio sui tagli alle politiche sociali. E così parte il fuoco incrociato delle accuse, con la Lega che chiede come sia arrivata quella bozza alla Castelli. Del resto lo stesso Tria ammette che quel documento sarebbe dovuto rimanere strettamente privato.
“Se Castelli aveva quel testo, non lo doveva avere – spiega Tria in un’intervista al Corriere della Sera -. Quello era un documento riservato, una bozza di lavoro con le mie osservazioni annotate a mano in cui osservavo nei vari passaggi osservazioni come “questo sì”, “questo no”. La corretta linea istituzionale vuole che prima di tutto un testo consolidato vada al presidente del Consiglio e poi al resto del governo”.
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