E se invece che elezioni europee quelle del 26 maggio fossero state elezioni politiche? Come sarebbe composto oggi il Parlamento italiano?
È la domanda cui risponde la simulazione del CISE, il centro studi elettorale della LUISS, che ha immaginato varie coalizioni e di conseguenza gli esiti del voto.
Alle politiche il 36% circa dei seggi è attribuito con seggi uninominali, e il CISE ha stimato il vincitore di questi osservando il risultato dei partiti nelle province.
Ad oggi, secondo gli analisti, gli schieramenti che più probabilmente si affronterebbero sarebbero Lega + Fratelli d’Italia, una coalizione di centrosinistra con PD, +Europa, Verdi, il Movimento 5 Stelle, con Forza Italia il cui collocamento, da sola o con Lega e FdI, è incerto.
Se a fronteggiarsi fossero una destra formata da due partiti e una sinistra composta da tre, Lega e Fratelli d’Italia avrebbero 358 seggi contro 138, con 105 per il M5S e 34 per Forza Italia.
Se a Lega e FdI si aggiungesse Forza Italia la coalizione di centrodestra salirebbe a 429 deputati. E sarebbe questo a oggi l’esito più probabile
Elezioni politiche, centrodestra in minoranza solo senza Forza Italia
Ma il CISE sperimenta altre alleanze. Immaginando la lista di Sinistra unirsi al centrosinistra e Forza Italia da sola la coalizione di destra perderebbe giusto 9 seggi e il centrosinistra ne guadagnerebbe 22.
Ma la simulazione più interessante è quella che immagina lo spostamento di una percentuale del voto pentastellato verso il centrosinistra.
Se arrivasse a PD e alleati la metà del consenso del M5S i seggi di Lega e FdI scenderebbero sotto la maggioranza assoluta, a 312. E sarebbero meno di quelli del centrosinistra, 277 a 310, se tre quarti degli elettori grillini si spostassero a sinistra assieme alla lista di sinistra.
Ma sarebbe tutto inutile se Forza Italia si unisse agli alleati di centrodestra. In tal caso quest’ultima coalizione avrebbe la maggioranza con ogni combinazione.
E del resto a oggi appare molto improbabile che il partito di Berlusconi rinunci a correre con Lega e Fratelli d’Italia con cui governa molte regioni e comuni