Gattare United VS Barbie Clarissa

Pubblicato il 3 Giugno 2019 alle 15:23 Autore: Nicolò Zuliani
Gattare United VS Barbie Clarissa

In Italia ci sono milioni di realtà a noi ignote.

C’è chi compra riviste di jogging, per esempio. C’è una rivista chiamata Professione camionista che non contiene materiale pornografico né mappe per puttan tour. Sono cose che vieni a sapere e trasecoli; così come dopo il lampo passa qualche istante prima del tuono, allo stesso modo quando scopri certe notizie hai un momento in cui ti chiedi perché qualcuno possa appassionarsi a tanta irrilevanza. Poi arriva il poderoso tuono dello sticazzi e torni alle tue occupazioni, di solito tirare lo sciacquone.

Oggi ho scoperto l’esistenza di Clarissa Marchese.

Mora, occhi castani, 25 anni, vincitrice di miss Italia nel 2014, è una di quelle bellezze italiane alte e secche che piacciono tanto alle altre donne perché le trovano “raffinate”, modo che hanno le donne per dire “il mio fidanzato non ci si masturba”. Clarissa dopo miss Italia ha vinto Uomini e donne, si è trasferita a Miami e si è fidanzata con uno di quei bellocci che le top manager usano come toyboy il figlio di un calciatore.

Clarissa poi s’è fatta Instagram ed è diventata una delle tante Barbie Tamagotchi che fanno impazzire il pubblico femminile; donne da tutto il mondo le mettono cuoricini, le comprano le cose, la picchiano per sfogarsi, solita roba alla Chiara Ferragni. Se state pensando “ah, conosco una sua follower, è sulla trentina, ha un carlino di nome Pina e l’account premium su Tinder”, più o meno avete capito.

Il problema arriva quando Barbie Clarissa fa un peccato capitale: si sposa.

Una volta si diceva “non parlar di corde in casa dell’impiccato”, oggi si potrebbe parafrasare in “non parlare di matrimonio in Internet”. La stragrande maggioranza delle donne “normali” quando viene il momento di sposarsi affronta il fatto che hey, la vita non è andata come pianificato. Invece di essere miliardaria – o averne sposato uno – con cerimonia in basilica di San Marco, viaggio in G5 a Versailles con mille invitati e luna di miele di un mese in Polinesia è costretta a guardare il budget e a sposarsi in comune, fare un pranzo in una bettola, andare una settimana a New York e tornare a vivere in periferia con un tizio qualsiasi. Il tutto reso possibile solo grazie all’aiuto dei genitori.

Potete immaginare cosa provano a vedere il proprio tamagotchi che interpreta Mille e una nozze senza sborsare un euro.

Purissimo odio millesimato

Sommergono Barbie Clarissa di commentini acidi, dicendo che il vestito di matrimonio è volgare – chissà dall’alto di quale cultura estetica – e poi insomma gnà caccapupù.

Qualunque uomo vedendola arrivare all’altare direbbe “io non mi sposo con ‘sta smandrappata” e correrebbe a confessarsi

Clarissa purtroppo non è la Ferragni, che probabilmente manco legge i commenti, e replica. Se non l’avesse fatto, tutto sarebbe passato nell’indifferenza come le riviste di jogging. Ma Clarissa fa il peggior errore si possa fare: dice la verità.

“Già vi immagino sedute sul vostro divanino, afflitte dalla vostra vita infelice, con le magliettine dei cinesi da 1,50 euro che vi sentite Anna Wintour criticando il mio Galia Lahav (il tizio che le ha fatto il vestito, NdA)”.

Il Gattara United viene ferito nell’orgoglio e passa al contrattacco, abbandona i commentini acidi e opta per una campagna d’odio su larga scala al grido di “ti defolloweremo”. Al massimo tra una settimana tutte torneranno a followarla e sarà come non fosse mai successo niente. Perché se da un lato le influencer campano sulle spalle delle bigotte invidiose, è anche vero che quando inciampano non possono permettersi di dirglielo: devono subire ingiurie, diffamazioni e molestie in silenzio, perché alla fine è quello il loro lavoro.

Ma dato che Clarissa ha scelto di alzare la testa, avrebbe potuto fare di meglio. Allego suggerimenti.

Opzione 1
Esterno giorno.
Resort tropicale, pina colada a bordo piscina, bikini. Scritta in sovrimpressione: “Lunedì”. Piano lungo di Clarissa che si passa una mano tra i capelli, si volta verso l’obiettivo, abbassa gli occhiali da sole: «Amore, perché tutti odiano il lunedì?». Controcampo, il tizio esce dalla piscina, prende la pina colada: «Perché c’è più gente in palestra». Si versa la pina colada sul pacco, alza un sopracciglio: «Hai sete?»

Opzione 2
Interno notte.
Uomini in smoking, bicchieri di prosecco, pianobar e vociare sommesso. Clarissa in vestito lungo appoggiata al parapetto che dà su un giardino, stanca e un po’ brilla: «Ma secondo te, perché quelle in Internet ce l’hanno con me?» Voce di lui fuoricampo: «Perché sono grasse. Le persone grasse sono cattive, quindi povere». Primo piano di Clarissa, socchiude gli occhi e sorride: «Non ci avevo mai pensato. È un ragionamento intelligente.»
Lui le getta in faccia una manciata di dobloni d’oro: «Yo ho, beviamoci su»

Opzione 3
Interno giorno.
Mezzobusto di Clarissa, struccata, occhi arrossati. Tira su col naso, alza la testa: «Mi dispiace molto se ho urtato la vostra sensibilità. So che non posso sapere come si vive con cinque… tre… tesoro» dice, guardando a sinistra «Che stipendio hanno le sfigate dell’Instagram?»
Voce fuoricampo: «Ma saranno 2500 euro.»
Clarissa guarda per qualche minuto nell’obiettivo, poi sospira: «Dio, sono davvero bellissima I know that we are young and I know dat you may love me, bat I just can’t be vid you anymore
Stacco.
Lui a petto nudo in sella a un cavallo bianco, galoppa ventre a terra nelle praterie dell’Argentina, canta Fernando, Robberto, Alejandro.

Avrebbe perso centinaia di migliaia di zitelle irrancidite, ma avrebbe guadagnato il mio follow immediato.

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L'autore: Nicolò Zuliani

Veneziano, vivo a Milano. Ho scritto su Men's Health, GQ.it, Cosmopolitan, The Vision. Mi piacciono le giacche di tweed.
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