Stoccarda cambia colore

Pubblicato il 30 Marzo 2011 alle 21:29 Autore: Matteo Patané
Merkel interessata al cambio di Governo italiano
Dal punto di vista prettamente matematico, sono possibili varie maggioranze:

 

  • CDU + Grünen (96 seggi, 103 in caso di coalizione nero-verde-gialla stile Saarland)
  • CDU + SPD (95 seggi)
  • Grünen + SPD (71 seggi)

 

 

 

La terza ipotesi, la prima percorribile nella storia del Baden-Württemberg senza la CDU, consegnerebbe al land una maggioranza risicata, ma appare al momento la strada più probabile. Il candidato dei Grünen Winfried Kretschmann ha quindi la strada spianata per il posto di presidente della regione.

 

[ad]Il partito ecologista tedesco approda, con l’elezione del suo primo Ministerpräsident, alla sua maturità politica. Seppure oggettivamente favorito da una campagna elettorale incentrata su temi cari alle forze ambientaliste – l’energia atomica a seguito del disastro di Fukushima a livello globale, e la linea ferroviaria Stuttgart 21 a livello locale – il movimento ha saputo conquistare consensi al di fuori del proprio consueto bacino elettorale, erede dei movimenti degli anni ’60 e ’70 adiacenti alla sinistra più radicale. I Grünen hanno saputo rimescolare le carte tra destra e sinistra, tra CDU e SPD, riuscendo a parlare al ceto medio di un land tradizionalmente conservatore, sdoganando in qualche modo l’ambientalismo e l’ecosostenibilità dai confini della sinistra.

 

Probabilmente proprio la difficile classificazione dei temi ambientali nei consueti schemi di destra e sinistra ha reso possibile l’exploit dei Grünen: contrariamente al Rheinland-Pfalz, la SPD in termini di voti assoluti ha mantenuto la propria base elettorale senza cedere nulla agli ecologisti, che invece hanno pescato a piene mani tra gli astenuti e i delusi della politica e, fattore determinante, dal bacino elettorale della CDU.

 

Ormai stabilmente il terzo partito tedesco e anche senza la consacrazione di un grande risultato alle elezioni federali, i Grünen dopo questa prestazione nel Baden-Württemberg possono senza alcuna remora essere definiti un vero e proprio partito di massa, per di più dall’elevato potenziale di espansione sia a scapito degli alleati storici della SPD, sia a scapito della CDU.

 

 

Composizione del Bundesrat

 

Dal punto di vista delle ripercussioni a livello nazionale, ve ne sono naturalmente a due livelli.

 

Il primo, più legato alla mera valutazione numerica, è l’ennesima variazione della composizione del Bundesrat; il Rheinland-Pfalz contribuisce al Consiglio Federale con quattro membri, ma le elezioni 2011 risultano – stante l’attuale situazione politica – di fatto prive di impatti: il land era e resta in mano alle forze di opposizione. Di ben altro tenore, naturalmente, gli effetti provocati dal terremoto elettorale in Baden-Württemberg; il pasaggio a sinistra della regione comporta uno spostamento di sei elementi dalla forza a sostegno del governo a quella in aperta opposizione. I nuovi numeri vedono 25 membri favorevoli al governo, 30 contrari e 14 neutrali: la Merkel, dopo aver perso da tempo la maggioranza assoluta in Aula, perde anche quella relativa, vedendo così ulteriormente ridotto il proprio controllo sul Parlamento.

 

Il secondo livello è invece psicologico. Le elezioni ancora da tenersi in Germania nel corso del 2011 (Bremen, Mecklenburg-Vorpommern e la capitale Berlin) rischiano di veder peggiorare ulteriomente la posizione della Merkel al Bundesrat, e certamente la sconfitta della CDU in Baden-Württemberg rischia di generare una sensazione di scoramento generale in grado di compromettere l’esito dei prossimi appuntamenti per il centrodestra. Ancora più importante, la profonda crisi della del centrodestra e della FDP in particolare ha già fatto sorgere le prime voci – oltre a quelle, scontate, delle possibili dimissioni di Angela Merkel – di un possibile rimpasto di governo, con l’ingresso degli ecologisti nelle fila della maggioranza. Al momento lo scenario è pura fantapolitica, e Hamburg ha dimostrato quanto questa soluzione sia sgradita all’elettorato, ma è certo che il governo federale è più che mai debole. La situazione ricorda quella del 2005, quando il centrodestra espugnò il Nordrhein-Westfalen: all’epoca il Cancelliere Gerhard Schröder (SPD) scelse le dimissioni e le elezioni anticipate, ma chi può dire quali saranno le mosse della Merkel?

 

La sensazione che rimane, più di ogni altra, è comunque quella della fine di un’epoca, dell’inaridimento di un modello di governo di centrodestra comunque in grado di creare e alimentare per quasi sessanta anni una delle locomotive economiche d’Europa. E resta l’immagine di Angela Merkel, che dalla donna più potente d’Europa è diventata la donna sotto il cui cancellierato l’imprendibile bastione democristiano è infine caduto.

 

 

 

(Blog dell’autore: Città Democratica)

L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
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