Sondaggi politici SWG, come cambia l’elettorato dei partiti dopo le elezioni
Le elezioni, politiche o europee che siano, non servono solamente a determinare il partito più forte, o chi governerà, ma segnano anche spesso un cambiamento interno delle forze politiche, ne stravolgono in alcuni casi il profilo, rendendole più radicali o più moderate di prima, più centriste o più di sinistra o più di destra.
In effetti qualcosa è mutato, per esempio il grande perdente di questa tornata elettorale, il M5S, ha perso elettori di destra e centrodestra. Elettori che l’anno scorso erano il 23% del totale e ora sono il 17%. È evidente dove siano andati a sostegno della Lega. Crescono invece dell’8% quelli che si definiscono di centro, e sono sempre il 18%.
Stabili, al 31%, coloro che si pongono a sinistra e rimangono la maggioranza relativa di chi si colloca politicamente. Tuttavia moltissimi, il 35%, si definisce non collocato e nonostante un calo del 2% di questa proporzione.
Un Movimento 5 Stelle più centrista e meno di destra dunque.
Sondaggi politici SWG, l’elettorato PD si sposta a sinistra
Nel PD ci sono cambiamenti anche più ampi. Cala dell’8% la percentuale di chi si sente di centro, al 5%.
È del 9% la somma di chi si definisce di destra o centrodestra, che è solo il 2% ora. E anche quella dei non collocati, che sono solo il 4%, rispetto al 10% precedente.
In compenso vola al 26% la proporzione di elettori PD di sinistra. Era solo del 10%. E cresce anche, del 7%, quella, già maggioritaria, di coloro che si ritengono di centrosinistra, che è del 63%.
Insomma, a quanto pare secondo questi sondaggi politici sono ormai archiviati i tempi del PD renziano, quando il partito appariva come una sorta di partito della Nazione votabile sia da chi si diceva di centrosinistra che di centrodestra, come era stato alle europee del 2014. Il rientro di gran parte degli elettori di Liberi e Uguali ha probabilmente influito, oltre ovviamente all’elezione di Zingaretti alla segreteria.
Per la Lega non c’è un confronto con i valori precedenti, ma è significativo il fatto che tra i suoi elettori un 9% si dica addirittura di sinistra e centrosinistra. Sembra il segno di una penetrazione anche nell’elettorato avversario, visibile anche dagli ottimi risultati della Lega in quelle che una volta erano le regioni rosse.
Il 7% poi si dice di centro. La maggioranza relativa, il 45%, invece è di centrodestra, e il 27% di destra. In pochi, il 12% non si definiscono.
Nel complesso oggi la Lega appare nella situazione del PD alcuni anni fa, come lo schieramento che riesce, pur ovviamente con confini molto netti, ad essere almeno un po’ trasversale.
Anche se è da considerare che è stato raggiunto un record di astensione tale per cui se anche solo una parte dei non votanti dovesse mobilitarsi, potrebbe cambiare in modo molto netto il panorama politico, come del resto è già avvenuto.
La rilevazione è stata effettuata da SWG su 8 mila soggetti con metodo CATI CAWI-CAMI