Vediamo di seguito come il diritto inquadra il comodato d’uso casa e la questione del pagamento di IMU e TASI. Chiediamoci cioè chi è il soggetto che deve sostenere la spesa di queste imposte e tributi in queste situazioni.
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Comodato d’uso casa: cos’è e come funziona
In tempi di crisi e difficoltà economica, non è raro che qualcuno dia un immobile di sua proprietà in prestito ad un familiare o ad un amico che ne aveva urgente bisogno (magari peraltro non in grado di far fronte alle spese di un mutuo o dei canoni di affitto). In questi casi, sempre meglio verbalizzare tutto, attraverso la stipula e sottoscrizione di un contratto di comodato d’uso. Per comodato d’uso, semplicemente, si intende un tipo di prestito.
Le vie del comodato sono quella dell’accordo verbale, oppure la via scritta (certamente più consigliata anche per fare chiarezza sin da subito, sul termine entro il quale riconsegnare la casa). La eventuale forma scritta implica, tra l’altro, la registrazione del comodato d’uso casa, presso gli uffici dell’Agenzia delle Entrate. Detto da un punto di vista strettamente giuridico, il contratto di comodato d’uso è un contratto gratuito, con cui una parte (comodante) dà un immobile ad un’altra parte (comodatario), che lo utilizza per un periodo o per un uso specifico, e si obbliga a restituirlo entro una certa data. È chiaro che si differenzia dall’affitto in quanto non ci sono canoni mensili da pagare al proprietario.
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Quali sono gli obblighi del comodatario? deve pagare IMU e TASI?
Il comodatario non paga alcunché, dato che alla base del comodato d’uso ci sono ragioni di cortesia, amicizia o parentela. Piuttosto, il comodatario deve custodire l’immobile, mantenerlo in buono stato senza danneggiarlo e conservarlo fino alla riconsegna. Il comodato d’uso permane anche laddove le parti decidano che sia il comodatario a fronteggiare eventuali spese di manutenzione e ristrutturazione della casa.
In particolare, al pagamento dell’IMU sono obbligati i proprietari oppure i titolari di un diritto reale di uso, usufrutto, abitazione, enfiteusi e superficie. Pertanto, il comodatario non deve pagare l’IMU perché è titolare di un diritto personale di godimento e non di un diritto di proprietà. È infatti in gioco un mero rapporto di cortesia, che non genera alcun particolare obbligo giuridico di pagare una quota. Ne consegue che, essendo mero detentore del bene, non dovrà pagare le imposte sulla proprietà, tra cui l’IMU.
Circa il pagamento dalla TASI, in via generale, soltanto per il comodato d’uso sopra i 6 mesi, il tributo in oggetto va diviso tra proprietario e comodatario e laddove uno dei due non paghi, l’altro non ne risponde. È il Comune di appartenenza a deliberare sulle quote; se non lo fa, l’inquilino pagherà un 10% fisso dell’imposta.
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