Fumata nera per l’accordo di fusione FCA Renault. Una trattativa che andava avanti da tempo è così sfumata in maniera repentina, con l’ombra dell’azione politica francese. Almeno, questo è ciò che trapelerebbe dal comunicato di FCA, nel quale si parla di condizione politica mutevole. È ancora impossibile ricostruire la cronologia degli eventi con precisione.
Il peso del ministro dell’economia francese e di John Elkann in trattativa FCA Renault
Tra gli attori principali che ricorrono nella storia di questa mancata fusione, troviamo il ministro dell’economia francese Bruno Le Maire (tra i principali negoziatori di questo storico accordo). Questi aveva sottolineato che, senza l’appoggio del gruppo Nissan Motors – partner storico di Renault da circa 20 anni, insieme all’altro gigante asiatico Mitsubishi -, non si poteva procedere con l’ultimazione dell’accordo. Dall’altro lato, John Elkann aveva tirato la corda, giorni prima, affermando che la proposta di FCA non fosse ulteriormente negoziabile. Prese di posizioni che hanno irrigidito notevolmente le parti e che hanno allontanato – forse definitivamente – il progetto di una fusione tra due dei principali gruppi automobilistici d’Europa.
Tra le altre ragioni del naufragio dell’accordo, vi sono le condizioni imposte da Parigi (ricordiamo che lo Stato detiene il 15% dell’azionariato di Renault). Dall’Eliseo si chiedeva un posto nel CDA e una sede operativa nella stessa capitale francese.
Renault si smarca dal governo. Di Maio sostiene FCA e attacca l’interventismo francese
Per quanto le trattative si siano arenate, c’è ancora una flebile possibilità di tornare al tavolo delle negoziazioni. Un primo passo è stato mosso dalla stessa Renault, che in una nota ha dichiarato ha espresso il proprio disappunto “per non poter continuare a perseguire la proposta avanzata da Fca” che costituiva un’opportunità al momento giusto e aveva “un’avvincente logica industriale e un grande merito finanziario”. Per ora, però, FCA ha ritirato con effetto immediato la proposta d’accordo.
Sul tema si è espresso anche Luigi Di Maio, vice-premier e Ministro dello Sviluppo Economico. Il capo politico dei 5 stelle ha affermato che questa situazione dimostra “che quando la politica cerca di intervenire nelle procedure economiche non sempre fa bene. Poi non mi esprimo ulteriormente, perché se Fca Chrysler ha ritirato la proposta non ha visto la convenienza o altro.” Dichiarazioni che accompagnano le sue considerazioni sui rapporti con l’Unione.
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