Pensioni ultima ora: cosa rischiano i servizi pubblici con la Quota 100
Pensioni ultima ora: nuova mobilitazione delle organizzazioni sindacali l’8 giugno a Roma per denunciare il rischio di tenuta dei servizi pubblici.
Pensioni ultima ora: nuova mobilitazione dei sindacati per richiamare l’attenzione del Governo in materia previdenziale. In particolare sabato 8 giugno 2019, l’iniziativa si concentrerà sulle necessità legata al personale impiegato nel campo dei servizi pubblici.
Pensioni ultima ora, mobilitazione dei sindacati a Roma sabato 8 giugno
Perché come segnalano proprio i sindacati il rischio nel settore dei servizi pubblici è l’implosione “a causa dell’uscita di mezzo milione di dipendenti pubblici nei prossimi anni, in relazione anche all‘entrata in vigore di Quota 100”. Ricordiamo che con l’introduzione del decreto n. 4/2019 voluto dal Governo Conte dal 2019 hanno la possibilità di andare in pensione coloro che hanno raggiunto i due requisiti base: 62 anni di età e 38 anni di contributi versati.
A fronte dei tanti lavoratori che stanno accedendo alla pensione anticipata – secondo la denuncia dei sindacati – le uscite dal mondo del lavoro “soltanto in minima parte saranno rimpiazzate da nuovi ingressi, visto che la manovra del 2019 ha previsto 33mila assunzioni straordinarie ma che saranno spalmate nell’arco di 5 anni”.
A levare la voce e protestare sono le categorie del pubblico impiego di Cgil, Cisl e Uil che sabato 8 giugno 2019 in Piazza del Popolo a Roma hanno programmato la manifestazione unitaria dal titolo “Il futuro è dei servizi pubblici” a cui è prevista anche la partecipazione dei segretari generali di Cgil Maurizio Landini, Cisl Annamaria Furlan e Uil Carmelo Barbagallo.
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Sindacati: interi comparti rischiano la chiusura
La manifestazione ha come obiettivo il richiamare maggiore attenzione da parte del Governo soprattutto sulla tenuta dei servizi. Secondo la previsione delle organizzazioni sindacali “interi comparti rischiano la chiusura, la sanità sarà paralizzata, già in Molise ci sono interi comparti scoperti”.
Circa le risorse stanziate si esprime “un alto grado di insoddisfazione verso l’azione del governo”. E di conseguenza – “si ragiona su risorse assolutamente inferiori se l’anno scorso si è arrivati a un aumento medio di 85 euro, oggi siamo sicuramente fuori da un rinnovo degno, 50 euro lordi, e non si parla neanche di confronto”.
Sarà interessante verificare se la nuova mobilitazione sindacale porterà a delle conseguenze. E se vi sarà da parte del Governo qualche reazione ovvero se si vorrà procedere andando incontro alle richieste che a più riprese i sindacati stanno avanzando negli ultimi mesi.
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