Magari muori

Pubblicato il 6 Giugno 2019 alle 19:30 Autore: Nicolò Zuliani
Magari muori

È abbastanza noto come funziona il condizionamento mentale delle radio, e soprattutto la politica che c’è dietro. A Miami e poi a Berlino i produttori si trovano per decidere quali saranno le hit che verranno waterboardate l’anno seguente a noi, prigionieri delle nostre automobili. Quando succede, i brani sono talmente orrendi che tentiamo di cambiare stazione, ma le troviamo anche negli altri canali, proprio come un prigioniero tenta di divincolarsi senza successo. Alla centesima volta che sentiamo cuoreamore o babycrazy nei bar, in macchina, in ufficio, in autogrill, in palestra, negli spot di YouTube, il nostro cervello cede. Dice che va bene, è orecchiabile, ascoltiamola. La settimana dopo è la canzone più bella di sempre.

Nessuno bada al testo.
Di solito per salvaguardare la propria sanità mentale.

In radio vai perché hai dei professionisti che lo permettono. Pensate a Salmo. È un genio, ha fatto la gavetta, è probabilmente il miglior rapper italiano, ha un pubblico che riempie gli stadi, ma i passaggi radiofonici sono molto inferiori alle ciofeche. Perché dipende dalla casa discografica, dai soldi che ci girano dietro e dai talent scout, notoriamente la razza più pavida dell’universo – Frank Zappa lo spiega bene qui. Però i tempi cambiano, e grazie a YouTube e Spotify le nuove generazioni si stanno creando una propria radio, con i loro podcast e i cantanti che piacciono a loro.

Il pezzo di Romina Falconi con Taffo si sentirà difficilmente in radio, eppure è l’essenza di questo cambiamento. Romina è brava e bona, quelli di Taffo son comunicatori geniali e la base di Stefano Maggiore è più figa del solito. Il pezzo è perfetto per essere Il tormentone; c’ha l’hashtag, c’ha il coraggio di scherzare sull’argomento proibito, l’unica cosa che gli manca è un videoclip imbottito di figa goth in spiaggia e i soldi delle grosse major. Romina è adorata nel mondo gay, è un po’ la sorella etero di Immanuel, o la cugina educata di Miss Keta. Ha piazzato testi splendidi come Piovono saponette (“sei cresciuto con l’amore, io con un paio di querele”), Stefano le ha fatto basi strepitose (Il mio prossimo amore), eppure la sento solo alle feste della Jotassassina quando vado a rimorchiare le etero infoiate.

Penso meriti di più. Trattatemela bene, che pur non avendomela data (lo so che voi degenerati lo state pensando) si merita un po’ di riflettore.

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L'autore: Nicolò Zuliani

Veneziano, vivo a Milano. Ho scritto su Men's Health, GQ.it, Cosmopolitan, The Vision. Mi piacciono le giacche di tweed.
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