Bollo auto 2019 in aumento per i proprietari di veicoli vecchi? Se ne parla da tempo e alla fine è un disegno che sta per diventare realtà. Chi possiene un veicolo vecchio e più inquinante, andrà a pagare di più l’imposta sul veicolo di proprietà. Un fattore questo che inciderà particolarmente sui più poveri, che non potendo rinnovare la propria auto e acquistarne una nuova meno inquinante, saranno costretti non solo a pagare la manutenzione ordinaria e straordinaria del proprio veicolo, che invecchiando sempre di più certamente potrebbe dare maggiori problemi, ma anche un bollo più alto. Insomma, oltre al danno la beffa.
Bollo auto 2019 in aumento? Ecco per chi
La novità è inclusa nel protocollo Aria Pulita firmato pochi giorni fa a Torino dal premier Giuseppe Conte, nonché dai ministri dell’Ambiente, dello Sviluppo Economico, dell’Economia, delle Infrastrutture e dei Trasporti, della Salute e delle Politiche Agricole. Il protocollo prevede, tra le altre cose, un bollo di importo più elevato per i proprietari di veicoli più vecchi e soprattutto più inquinanti, ovvero con un maggiore livello di emissioni di CO2.
Si tratterà, a tutti gli effetti, di un meccanismo di bonus-malus, come è già vigente per le polizze assicurative. Chi inquina di più sarà penalizzato (Malus), chi invece guida un’auto che produce basse emissioni di CO2 sarà premiato (bonus) sotto forma di ecoincentivo.
La manovra attuata dal governo sembra risultare necessaria perché, come scrive La Legge Per Tutti, negli anni precedenti l’Italia non ha seguito le linee guida dell’Ue in merito alle emissioni di biossido di azoto e particolato nell’aria, andando incontro a due procedure di infrazione. Da qui la necessità del protocollo Aria Pulita, pacchetto che comprenderà 17 misure per tornare sui binari e assecondare le direttive.
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Paradossi e controversie
Nel carnet delle proposte di modifica al bollo auto si era parlato anche di “penalizzare” i cittadini che usano più la propria auto, inquinando di conseguenza di più. Altro tema che però nasconde un deficit molto importante: chi usa l’auto per lavorare sarebbe penalizzato dal dover pagare una maggiorazione sulla tassa per volontà non sua. L’idea, insomma, non sarebbe delle migliori. In Italia si pensa invece a modificare l’imposta in base al parametro della potenza del motore dell’auto e alla classe ambientale, metodo che però attualmente allinea le Euro 4 (uscite 13 anni fa) alle attuali Euro 6D.
Ulteriore aspetto paradossale di questo nuovo meccanismo consisterebbe nel penalizzare maggiormente le auto alimentate a benzina piuttosto che quelle alimentate a diesel, in quanto le prime producono maggiori livelli di CO2, a differenza delle seconde che invece sono responsabili di emissioni di biossido di azoto e particolato e che a breve, soprattutto per questo motivo, usciranno praticamente dal mercato.
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