Sondaggi politici Tecnè: trattativa Ue, italiani divisi
Sondaggi politici. L’Italia rischia la procedura d’infrazione. Che fare? Gli italiani sono divisi tra oltranzisti e chi chiede di abbassare i toni
Sondaggi politici – Al vertice andato in scena ieri sera a Palazzo Chigi tra Conte, Di Maio e Salvini il convitato di pietra è stata la procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia. Di tutto però si è parlato tranne che di rapporti con l’Europa.
Le posizioni sulla linea da tenere sono distanti tra i componenti del governo giallo verde: da una parte il premier e il ministro Tria premono per trovare un’intesa con l’Ue, dall’altra l’asse dei vicepremier che non vogliono sentire parlare di manovra correttiva.
Sondaggi politici Tecnè: trattativa Ue, necessario un altro vertice di governo
Come spiega una nota di Palazzo, sul tema si cercherà di trovare una quadra in un altro vertice: “Sarà necessario un incontro con i tecnici del Mef e il ministro Tria per mettere a punto una strategia da adottare nell’interlocuzione con l’Europa, volta ad evitare una procedura di infrazione per il nostro Paese, e per impostare una manovra economica condivisa”.
Sondaggi politici Tecnè: Tria “Troveremo soluzione”
Da Fukuoka, dove si trova per la due giorni di lavori del G20 finanziario, il ministro dell’Economia rimarca la propria posizione: “Sulla procedura e sul deficit c’è un negoziato e un dialogo con la Commissione Ue e sono sicuro che troveremo una soluzione perché il governo italiano è solito rispettare le regole di bilancio dell’Ue”.
Dopo, “proveremo a dimostrare che il nostro programma le rispetta. Dobbiamo discutere su come misurare alcuni indicatori e questa è la situazione”.
Ma non sono solo i componenti del governo ad essere divisi sulla linea da adottare con Bruxelles in merito alla procedura d’infrazione che ci vede protagonisti, nostro malgrado. Anche gli italiani si dividono in possibilisti e oltranzisti.
Sondaggi politici Tecnè: trattativa Ue, italiani divisi sulla strategia da adottare
A rivelarlo è un sondaggio Tecnè per Quarta Repubblica. Il 27% si schiera con l’esecutivo e afferma che è giusto “battere i pugni” con la Ue per far valere le proprie ragioni. Anche il 28% è d’accordo con la linea dura però “bisogna evitare toni eccessivi anche se si ha ragione”.
Il 25% si allinea invece alle posizioni Ue, definendo giuste le critiche di Bruxelles nei confronti di Roma. La maggioranza degli elettori di Lega e Cinque Stelle, manco a dirlo, sono in sintonia con il volere dei rispettivi leader.
Nota metodologica
Allegata all’immagine.
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