Enrico Berlinguer, a 35 anni, dalla sua morte è ancora una delle icone più rappresentative della sinistra italiana. La capacità di visione politica insieme alla sua personalità hanno fatto di Berlinguer un leader che ha attraversato i confini generazionali e a cui ancora oggi una larga parte della classe dirigente della sinistra si ispira.
Enrico Berlinguer, la data di nascita e le elezioni europee del 1984
Nato a Sassari il 25 luglio 1922, il leader del Partito Comunista Italiano è morto l’11 giugno 1984, a 4 giorni di distanza di un malore che lo ha colpito a Padova durante un comizio. Il 17 giugno 1984 la spinta emotiva della morte del leader ha consentito al Pci di registrare alle elezioni europee (qui la storia della affluenza alle europee) uno straordinario risultato elettorale.
Brevi cenni biografici
All’interno del Pci Berlinguer ha ricoperto molti incarichi. Partendo dal ruolo di segretario della sezione giovanile di Sassari. A seguire è stato responsabile della Federazione Giovanile Comunista di Sassari. Successivamente si è trasferito, dalla Sardegna, a Roma entrando a far parte della segreteria Nazionale del Movimento Giovanile Comunista. Ha vissuto anche a Milano dove è stato responsabile della Commissione giovanile centrale del PCI, per poi tornare a Roma come membro effettivo del Comitato Centrale e membro candidato della direzione del partito. Un crescendo che lo ha visto nel tempo Segretario Generale della Federazione Giovanile Comunista Italiana, deputato e segretario nazionale del PCI.
Sul piano sentimentale Enrico Berlinguer è stato sposato dal 1957 con Letizia Laurenti. Dalla loro unione sono nati quattro figli: Bianca, Marco, Maria e Laura.
Berlinguer sulla questione morale
Tantissimi i temi fondanti del pensiero di Enrico Berlinguer. Probabilmente tra i più importanti c’è la questione morale. Riportiamo uno stralcio con alcune frasi dell’indimenticato leader comunista.
“La questione morale non si esaurisce nel fatto che, essendoci dei ladri, dei corrotti, dei concussori in alte sfere della politica e dell’amministrazione, bisogna scovarli, bisogna denunciarli e bisogna metterli in galera. La questione morale, nell’Italia d’oggi, fa tutt’uno con l’occupazione dello stato da parte dei partiti governativi e delle loro correnti, fa tutt’uno con la guerra per bande, fa tutt’uno con la concezione della politica e con i metodi di governo di costoro, che vanno semplicemente abbandonati e superati. Ecco perché dico che la questione morale è il centro del problema italiano. Ecco perché gli altri partiti possono provare d’essere forze di serio rinnovamento soltanto se aggrediscono in pieno la questione morale andando alle sue cause politiche”.
Dall’intervista a Eugenio Scalfari su Repubblica, 28 luglio 1981.
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