Qualche giorno fa è stato firmato, a Torino, il protocollo “Aria Pulita”. Il piano contro l’inquinamento di durata biennale nasce su iniziativa del premier Conte, dei ministri di Ambiente, Economia, Sviluppo Economico, Infrastrutture e Trasporti, Politiche Agricole, Salute, le Regioni e le Province autonome. Ripercussioni, oltre che su macchine agricole e riscaldamento domestico, anche sul bollo auto.
Aumento bollo auto 2019: protocollo “Aria Pulita”
Tra le misure previste dal protocollo anche una che vorrebbe disincentivare l’utilizzo di veicoli ad alte emissioni inquinanti – in pratica, l’idea è quella di tassare di più i proprietari di automobili più inquinanti (a differenza dell’ecotassa verrebbero colpiti anche i veicoli già in circolazione) – in risposta alle procedure d’infrazione Ue per lo sforamento dei livelli di biossido di azoto e particolato nell’aria.
Quindi, per quanto riguarda le tariffe del bollo auto, il ministero dell’Economia assicura che presto arriverà una proposta legislativa per individuare dei criteri “bonus malus” – incentivi e penalizzazioni proprio come avviene per l’Rc auto – per penalizzare i veicoli che producono livelli di Co2 più alti.
Come potrebbe cambiare il bollo?
A quanto pare, d’altronde la possibilità era stata già paventata nei mesi scorsi, presto potrebbe essere inaugurato un bollo tarato sui consumi di combustibile (che sono proporzionali alle emissioni di Co2). L’ipotesi però deve tenere conto del fatto che le emissioni di Co2 favorirebbero i veicoli diesel che producono comunque emissioni di biossido di azoto e particolato particolarmente alte. Un altro modello che si tiene in considerazione quello del “pay for use”; già in vigore nei Paesi Bassi, si basa sull’utilizzo effettivo del veicolo.
Il modello attualmente vigore in Italia si basa sulla potenza del motore, espressa in chilowatt o in cavalli, e la classe ambientale. Ogni regione italiana ha dei parametri di riferimento diversi, dunque, l’ammontare della tassa cambia a seconda del luogo di residenza.
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