Come anticipato nella giornata di ieri, torna il sereno tra i due vice-premier. La conferenza stampa di Conte da Palazzo Chigi ha probabilmente dato l’input necessario per trovare un accordo. Salvini e Di Maio sembrano di nuovo essere allineati. Crisi di governo, forse, scongiurata. Forse, perché il primo ministro non è d’accordo con la strategia dei due vice-premier di utilizzare la linea dura con Bruxelles. Uno dei punti centrali che spingono i leader di Lega e 5 Stelle a non cedere, è la volontà di ridurre la pressione fiscale. Tema centrale nel programma della Lega e al quale i 5 Stelle sembrano essere favorevoli, ancor di più se, a cambio, si accelerano le pratiche per la legge sul salario minimo. Il vertice a Palazzo Chigi ha rasserenato ulteriormente gli animi. Ecco cosa hanno detto i protagonisti.
La novità di Matteo Salvini: “evitare l’infrazione garantendo la crescita”
Per Matteo Salvini, è andato “tutto bene, è stato un incontro positivo. L’obiettivo comune è evitare l’infrazione garantendo la crescita, il diritto al lavoro e il taglio delle tasse. Non ci sarà nessuna manovra correttiva e nessun aumento di tasse. Andiamo avanti”. Il Ministro dell’Interno ha così introdotto un elemento di distensione anche nei confronti del premier Giuseppe Conte, che aveva minacciato di rimettere il mandato nelle mani di Mattarella in caso di conferma della procedura d’infrazione. Ovviamente, passare dalla teoria alla pratica non è così semplice. Ridurre la pressione fiscale ed evitare la procedura d’infrazione, senza nessun ritocco al bilancio, sembra davvero complicato. Parole che quindi, da un lato, confortano Conte e lo stesso Giovanni Tria. Dall’altro, però, lasciano molti dubbi sull’effettiva possibilità di evitare lo scontro frontale con Bruxelles.
I paletti imposti da Di Maio e Salvini nelle negoziazioni: no a aumento iva e incremento pressione fiscale
Le due linee rosse marcate dai vice-premier riguardano, a quanto pare, solo l’attivazione delle clausole di salvaguardia, che farebbero aumentare l’IVA. Anche l’ipotesi di un incremento della pressione fiscale non è contemplata, secondo i leader della coalizione giallo-verde. Rimane, quindi, il rebus di come trovare un accordo tra le parti. Conte sarà il primo negoziatore con l’Europa, spalleggiato dal ministro Tria. Con la rinnovata intesa tra Salvini e DI Maio, a farne le spese – all’interno dell’esecutivo – potrebbero essere proprio Conte e Tria, che auspicano un dialogo costruttivo con l’UE.
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