Il reddito di cittadinanza è lo strumento ideato e approvato dal Governo Conte per contrastare la povertà. La sua introduzione ha attirato critiche e aperto dibattiti ancora accesi. Sostanzialmente le opinioni sono divise tra chi trova il RdC uno strumento innovativo e idoneo ad accorciare la distanza tra domanda e offerta di lavoro e chi invece pensa che si riduca ad uno strumento assistenzialista.
Reddito di cittadinanza 2019, il convegno e i vari punti di vista
Nei giorni scorsi proprio per dibattere della nuova misura si è tenuto in Campania, ad Amalfi, un convegno dal titolo: “Il reddito di cittadinanza: i nuovi profili fiscali e giuridici” promosso dall’Ordine dei dottori commercialisti di Salerno.
La finalità della discussione è stata indirizzata ad una migliore comprensione dell’avvio del reddito partendo dal diritto e dal fisco.
A darne notizia è il quotidiano Il Mattino che spiega come il convegno sia stata anche l’occasione per presentare l’ultimo libro di Lucia Cammarota, avvocato a Salerno e giudice onorario ad Avellino, dal titolo “Il reddito di cittadinanza. I nuovi ricorsi giurisdizionali e le ombre di incostituzionalità. Il lavoro nella new economy e lo scenario europeo”. All’incontro hanno preso parte anche il presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti Salvatore Giordano, il dottore commercialista Angelo Fiore, il sostituto procuratore presso la Corte di Appello di Napoli Raffaele Marino, che ha sottolineato gli aspetti penali, il vice direttore del Corriere della Sera Venanzio Postiglione.
Cammarota: su 5 milioni di poveri ha risposto solo 1 milione
L’autrice del libro ha dato una lettura interessante anche dei numeri che sinora si sono mossi intorno al reddito di cittadinanza. “Vi è stata una più alta percentuale al concorso dei navigator che alla richiesta dell’erogazione del reddito di cittadinanza, perché il popolo italiano vuole il lavoro non i soldi – secondo l’analisi di Lucia Cammarota. E lo stesso problema della povertà non è stato ben affrontato considerato che, alla luce del dato Istat di 5 milioni di poveri, ha risposto solo 1 milione. I paletti e i controlli che violano il principio di personalità in campo amministrativo e di proporzionalità in campo penale, l’invasione in materia di competenza regionale della politica attiva del lavoro, l’assunzione precaria dei navigator, le ombre di incostituzionalità sul requisito dei 10 anni di cittadinanza, sono solo alcune delle criticità che andavano evitate, prima di smontare un sistema per avviarne uno nuovo”.
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