Cassette di sicurezza banca: tassazione, cosa sono e deposito massimo
Le cassette di sicurezza in banca sono salite nei trend di ricerca dopo la proposta velata di Salvini di attuare una pace fiscale sui liquidi nascosti.
Tassare i liquidi nascosti nelle cassette di sicurezza in banca, attuando una sorta di nuova pace fiscale che consenta ai detentori di far circolare nel mercato quel denaro previo il pagamento di un’aliquota, un’imposta che può essere del 15% o del 20%. Il leader leghista Matteo Salvini ha parlato di centinaia di miliardi di soldi fermi nelle cassette di sicurezza, e il recupero di quelle somme, attraverso questa tipologia di tassazione, potrebbe mantenere vive le misure attuate quest’anno (Quota 100 e reddito di cittadinanza), ma anche scongiurare l’aumento dell’Iva e rassicurare Bruxelles ormai avviata alla procedura di infrazione, diventando peraltro una misura importante nella lotta all’evasione fiscale. Restano comunque alcuni interrogativi a riguardo: chi aderirà alla pace fiscale dichiarando il “coperto”? Potrebbe venire in soccorso la convinzione che l’Agenzia delle Entrate conosce i nominativi di chi ha messo al sicuro beni e soldi nelle cassette di sicurezza, visto che l’anonimato risulta ormai essere un fattore più o meno antiquato.
Cassette di sicurezza in banca: cosa sono?
Ma cosa sono queste cassette di sicurezza? Certamente, se avete visto film sulle rapine in banca, ricorderete le scene in immensi caveau dove si trovano dei soldi e dei beni nascosti. Cinematograficamente parlando, il caveau di una banca è sempre l’obiettivo finale di un gruppo di rapinatori professionisti. Nella realtà il rischio di una rapina del genere, invero, è molto raro. Insomma, se dal punto di vista dello “spettacolo” è legittimo credere che possa avvenire, nel mondo reale si resta ancorati nella rarità (cioè, può comunque accadere come riportano alcuni casi di cronaca, ma non certo così di frequente).
La proposta di Salvini
Torniamo alla domanda che titola questo paragrafo: cosa sono le cassette di sicurezza? Sono delle casseforti di varie dimensioni che si trovano in aree sicure della banca, dove i soggetti possono accedere depositando beni di valore, liquidi o perfino beni rifugio fisici, qualora non ci si voglia affidare a servizi che evitano questa possibilità. Per il ministro dell’Interno Matteo Salvini, in queste cassette di sicurezza, gli italiani avrebbero messo complessivamente “centinaia di milioni di euro”. L’obiettivo della proposta lanciata a Porta a Porta consisterebbe quindi nel far uscire questi liquidi allo scoperto. “L’unico ragionamento in corso riguarda una pace fiscale per chi volesse risolvere situazioni di irregolarità relative al denaro contante”, ha precisato poi il leader del Carroccio.
Cosa si deposita nelle cassette di sicurezza
In queste stanze blindate il soggetto che ha intercorso un rapporto di questo tipo con la banca, ha la possibilità di accedervi e agire in totale privacy, prelevando o depositando materiale prezioso nella propria cassetta. Senza, peraltro, la necessità di dichiarare cosa sia il materiale. È ovvio che operazioni di questo tipo possano far pensare subito ad azioni criminose o a tentativi di eludere il fisco. E, in buona parte dei casi, è così. Tuttavia c’è anche una parte di cittadini che sceglie le cassette di sicurezza per depositarvi beni di valore, che possono essere gioielli preziosi o altri materiali di siffatta importanza. Insomma, più sicuri nelle banche che nella piccola cassaforte di casa che qualche ladro può facilmente smurare.
Cosa dice l’articolo 1839 del Codice Civile
Il tema delle cassette di sicurezza è legiferato dall’articolo 1839 del Codice Civile. Qui leggiamo quanto segue. “Nel servizio delle cassette di sicurezza la banca risponde verso l’utente per l’idoneità e la custodia dei locali e per l’integrità della cassetta, salvo il caso fortuito”. Ciò disciplina la responsabilità da parte della banca nei confronti del cliente in merito alla totale messa in sicurezza di tali cassette. Cosa s’intende per “caso fortuito”? Non certo un furto, che rientra tra gli eventi prevedibili, bensì una calamità naturale, come potrebbe essere un grosso alluvione o un importante terremoto.
Cassette di sicurezza in banca: quanto costano
Nonostante alcune banche offrano ai propri clienti (solitamente quelli più fedeli e affidabili) la cassetta di sicurezza gratuitamente, generalmente tale servizio ha un costo, che può variare da 50 euro a 1.000 euro annui. Di frequente le banche accettano di far corrispondere il servizio dietro la stipula di una polizza assicurativa, che dunque ha un costo ulteriore. Lo scopo è quello di assicurare i beni in casi di furto o in altre tipologie di casistiche. Quel che bisogna sapere a riguardo è che, in caso di deposito di beni preziosi, il costo della polizza può aumentare (tutto dipende dal valore dei beni stessi che si vogliono depositare nelle cassette).
I controlli del fisco
Ultimo aspetto da considerare: il fisco. Da qualche anno a questa parte l’anonimato non è più garantito. Al fine di combattere l’evasione fiscale, vero e proprio cancro che infesta il nostro Paese, i governi succedutisi negli ultimi anni, da Monti in poi, hanno cercato di combattere gli evasori con tutti i mezzi possibili. Oltre agli strumenti di monitoraggio tecnologici, tramite l’incrocio di informazioni da parte delle banche dati, le banche hanno subito l’obbligo di dover dichiarare periodicamente le movimentazioni bancarie e i titoli posseduti dai loro clienti. Ciò significa che qualora l’Agenzia delle Entrate, che peraltro è ormai a conoscenza di chi ha aderito a questo servizio grazie alla normativa antiriciclaggio, dovesse fare un controllo fiscale, potrebbe tranquillamente accedere al contenuto della cassetta di sicurezza del soggetto investigato.
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