È un Carlo Cottarelli senza filtri, quello che si presenta per un’intervista su “La Verità”. Si parla dell’attuale situazione economica italiana e dell’estenuante braccio di ferro tra Roma e Bruxelles. Il tema centrale è la procedura d’infrazione: una possibilità che si fa sempre più concreta, considerando la scelta della linea dura optata da Salvini e Di Maio. Nonostante le criticità esposte dal primo ministro Giuseppe Conte e dal ministro dell’economia, Giovanni Tria, i rapporti con Bruxelles sembrano essersi raffreddati ulteriormente.
Carlo Cottarelli: “deviazione dai parametri Ue era troppo evidente”
Secondo Cottarelli, incalzato dal giornalista de “La verità” sulla correttezza di utilizzare la mano dura da parte di una Commissione uscente: “non me lo sarei aspettato in questo momento. Ma la deviazione dai parametri Ue era troppo evidente.” Uno degli ex papabili candidati alla presidenza del consiglio teme la possibilità dell’applicazione di una patrimoniale atipica. “se ci trovassimo in una situazione di crisi e dovessimo fare appello alla Troika, ci verrebbero chieste o una patrimoniale o una ristrutturazione del debito.”
La tassa patrimoniale è sempre stato uno dei grandi spauracchi e ultimamente se n’è parlato proprio per la dura trattativa con Bruxelles. Cottarelli crede che quella imposta dalla Troika sarebbe “una specie di patrimoniale, una tassa su una specifica forma di ricchezza: quella di chi ha comprato titoli di Stato. Ma almeno, la ristrutturazione ha un vantaggio, in quanto la pagherebbero pure gli stranieri, perché pure loro comprano i nostri titoli”
Per evitare la patrimoniale in Italia, “dobbiamo farci furbi”
Secondo Cottarelli, per evitare la procedura d’infrazione e una patrimoniale in Italia bisognerebbe quanto meno stare al gioco. Ovvero, dire: “è vero, abbiamo sforato i parametri, scusateci, rientreremo.” Termini che avrebbero utilizzato sia Francia che Germania. La soluzione di Cottarelli – una, delle soluzioni – sarebbe quella di farsi furbi, se non si vogliono rispettare le regole.
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