Bollo auto: saldo e stralcio per importi sotto i 1000 euro, la sentenza
Nel saldo e stralcio per le cartelle esattoriali tra il 2000 e il 2010 rientra anche il bollo auto e per importi inferiori a 1000 euro. Come funziona.
Anche il bollo auto rientra tra quelle cartelle esattoriali notificate tra il 2000 e il 2010 per il mancato pagamento che possono figurare nel saldo e stralcio introdotto con il Decreto Fiscale 2018 (sarebbero infatti dovute restare fuori). Gli importi per il bollo auto evaso notificati in cartella non dovranno però essere superiori a 1.000 euro.
Bollo auto da non pagare: ecco per chi
A stabilirlo ci ha pensato la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 11410 del 30 aprile 2019 in cui si è definito che il saldo e stralcio riguarda anche il bollo auto. Lo stralcio punta ovviamente le cartelle esattoriali notificate, non l’imposta. Tale decisione è stata presa perché nel periodo preso come riferimento, e quindi fino al 2010, l’importo della tassa sull’auto di proprietà si quantificava sotto i 1.000 euro l’anno. Proprio per questo motivo il bollo auto può tranquillamente rientrare nel previsto saldo e stralcio delle cartelle esattoriali, una delle diverse ramificazioni della pace fiscale, perché rientranti nelle soglie previste dalla normativa.
In parole povere, le richieste di pagamento del bollo auto non pagato tra il 2000 e il 2010 e notificate tramite apposite cartelle, potranno essere evitate e le imposte non saranno più dovute.
Cartella esattoriale e prescrizione
Alla luce di quanto riportato, vale la pena ricordare i termini di validità di una cartella esattoriale, ovvero la tempistica massima oltre la quale la cartella può in realtà riferirsi a un tributo prescritto e quindi risultare nulla.
Se un soggetto non ha pagato il bollo nel 2016, ed entro il 31 dicembre 2019 non riceve alcunché, allora non sarà tenuto a pagare quell’imposta. Se la relativa cartella esattoriale viene notificata dopo quest’ultima data, risulterà nulla perché i termini di prescrizione sono già maturati. Il bollo auto è infatti un’imposta che si prescrive in 3 anni e ciò significa che è in questo lasso di tempo che il contribuente dovrà ricevere l’avviso di pagamento, al quale poi dovrà rispondere entro 60 giorni, saldando il debito richiesto. È chiaro che, trascorsi quei 60 giorni, il contribuente dovrà ricevere un’ulteriore cartella di pagamento, con i termini di prescrizione che riprendono daccapo a ogni notifica da parte dell’ente riscossore.
Per conoscere i termini con cui si prescrivono le imposte, vi consigliamo la lettura di questo articolo.
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