Si innalza la tensione sull’asse Usa-Iran. Due petroliere in navigazione nel Golfo Persico sono da ore al centro di un intrigo internazionale. Le due imbarcazioni sarebbero state attaccate in prossimità dello Stretto di Hormuz, uno dei principali colli di bottiglia delle rotte commerciali mondiali.
Nello stretto, che separa la costa dell’Iran da quella dell’Oman, transita circa un quinto del petrolio venduto sui mercati globali del greggio. Immediata la presa di posizione del Segretario di Stato americano Pompeo, che ha subito puntato il dito contro la Repubblica Islamica. Washington ha in seguito diffuso foto e video che mostrerebbero una unità marittima dell’Iran nei pressi di una delle navi colpite, la Kokuta Courageous.
L’equipaggio della nave iraniana, secondo gli Stati Uniti, sarebbe immortalato nel corso della rimozione di una mina inesplosa dallo scafo della petroliera. L’accusa è di voler dunque rimuovere le “prove” della responsabilità dell’Iran nell’attacco.
Usa-Iran: versioni contrastanti
Una versione, appoggiata anche dalla Gran Bretagna, che sembra cozzare con quella riportata dall’equipaggio della nave. Infatti, gli uomini a bordo hanno parlato di “oggetti volanti” avvistati prima dell’esplosione a bordo. Non ci sarebbe dunque secondo questa versione la deflagrazione di mine tra le cause dell’accaduto. Inoltre, l’armatore dell’imbarcazione di proprietà giapponese, Yutaka Katada, ha negato che quest’ultima sia stata colpita da un siluro. Rimane dunque incertezza sulle cause dell’accaduto.
A soccorrere il personale delle navi, trasportandolo poi nel porto iraniano di Bandar Abbas, è stata la Marina iraniana. Questa ha provveduto anche a domare gli incendi scoppiati sulle imbarcazioni. Teheran si è di conseguenza subito smarcata dalle accuse statunitensi, per le quali la responsabilità dell’attacco sarebbe come detto proprio dell’Iran.
Tramite il ministro degli Esteri Zarif, l’Iran ha accusato a sua volta gli USA di “sabotaggio diplomatico” e di voler oscurare il “terrorismo economico” condotto da Washington nella regione. Sia l’Unione Europea che la Cina hanno invitato alla moderazione, all’evitare escalation e a fare tutto il possibile affinché non si arrivi a conclusioni affrettate su quanto avvenuto.
Usa-Iran, tensione di nuovo alle stelle
Teheran ha parlato inoltre di “tempistica sospetta” dell’attacco, dato che proprio in quelle ore era presente in Iran il primo ministro giapponese Abe Shinzo. Il Giappone è come noto tra i principali alleati geopolitici degli Stati Uniti, impegnati negli ultimi mesi in una dura offensiva diplomatica ed economica contro Teheran. Il non-detto iraniano è che gli Stati Uniti stiano cercando di utilizzare l’accaduto per accentuare l’isolamento dell’Iran. Quest’ultimo ha sempre dichiarato di voler chiudere lo Stretto di Hormuz se gli verrà impedito di vendere petrolio, come vorrebbero gli statunitensi.
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha condannato l’attacco: convocata una riunione d’urgenza. La situazione intorno all’Iran è tesa da mesi. L’uscita degli USA dal patto sul nucleare stipulato da Barack Obama nel 2015 ha fatto suonare i tamburi di guerra tra le due nazioni, arcinemici sin dal rovesciamento dello Scià e dalla presa del potere degli ayatollah nel 1979. L’economia iraniana è in grande difficoltà, e le sanzioni Usa hanno aggravato una situazione già molto difficile.
La tensione si avverte anche tra Stati Uniti ed Unione Europea, con quest’ultima che a breve varerà il sistema di pagamenti speciale per evitare che le sanzioni economiche americane all’Iran colpiscano indirettamente anche le aziende europee disposte a continuare le transazioni con Teheran. Una mossa invisa a Washington, che insieme ai suoi alleati regionali Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti punta a stringere sempre più la sua morsa sulla Repubblica Islamica.
L’Iran, alleato nella regione con Siria, Iraq e Libano, è stato accusato già lo scorso maggio da Washington di aver effettuato attacchi nei confronti di altre imbarcazioni nel Golfo Persico. In risposta, gli Usa inviarono la portaerei Abraham Lincoln nell’area, insieme a diversi bombardieri pesanti.
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