Cassetta di sicurezza e conto corrente: le alternative per nascondere contanti

Pubblicato il 15 Giugno 2019 alle 11:46 Autore: Guglielmo Sano

Avere una cassetta di sicurezza conviene o no? La questione si impone dopo la proposta di tassarle da parte del vicepremier Salvini

Cassetta di sicurezza e conto corrente: le alternative per nascondere contanti
Cassetta di sicurezza e conto corrente: le alternative per nascondere contanti

Tenere i propri risparmi o comunque dei beni in una cassetta di sicurezza conviene o no? La questione si impone nel dibattito nazionale dopo la proposta di tassazione da parte del vicepremier Matteo Salvini e quindi far emergere eventuali situazioni di irregolarità nel quadro della cosiddetta Pace Fiscale.

Cassetta di sicurezza: cosa sono?

Le cassette di sicurezza sono dei veri e propri contenitori in cui si possono custodire oggetti di valore messi a disposizione dagli istituti di credito previo pagamento di una sorta di canone d’affitto (dipende dalle dimensioni e dal grado di sicurezza). Di solito vengono tenute in stanze blindate in cui i clienti vengono lasciati soli al momento di introdurre ed estrarre gli oggetti. Coloro che possiedono una cassetta, in pratica, non sono tenuti a dichiararne il contenuto alla banca (che può aprirle solo su richiesta dell’autorità giudiziaria). Tuttavia, gli istituti di credito possono chiedere una stima del valore del contenuto della cassetta così da poter assicurare il contenuto stesso.

Al momento nelle cassette di sicurezza custodite dagli istituti di credito italiane ci sarebbero circa 200 miliardi di euro: dati risalenti al 2017 quando l’idea di una voluntary disclosure per far emergere eventuali irregolarità – quindi recuperare dei soldi dovuti all’erario – era stata presa in considerazione dal governo Renzi.

Esistono delle alternative?

Se arriverà davvero una tassazione sul contenuto delle cassette di sicurezza, molti clienti delle banche cercheranno un’alternativa per conservare il proprio denaro o i propri oggetti di valore al riparo dai ladri e, soprattutto, dal Fisco. Gli istituti di credito sono tenuti ad informare l’Agenzia delle entrate solo del fatto che un contribuente possieda una cassetta di sicurezza senza alcun riferimento al contenuto. Detto ciò, tenere del denaro o valori non dichiarati all’interno di una cassetta o in qualunque altro posto equivale a commettere il reato di evasione fiscale. Quindi, a meno di non tenere i propri averi “segreti” dentro il materasso, non esistono delle vere e proprie alternative alle cassette.

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L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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