Minibot: scontro Tria-Salvini, “strumento pericoloso” dal Mef
Minibot sì, minibot no? La proposta avanzata dalla Lega per saldare i debiti della PA spacca l’esecutivo. Tria si dimostra in disaccordo.
Minibot sì, minibot no? La proposta avanzata dalla Lega per saldare i debiti della Pubblica Amministrazione nei confronti dei privati ha spaccato l’esecutivo. I due vice-premier sembrano essere in sintonia sul portare avanti un progetto che ha sollevato più di un dubbio sia a Bruxelles che dalle parti del governo. L’emissione dei “mini” buoni del tesoro è invisa – o almeno vista con sospetto – anche dal premier Conte, dal ministro dell’Economia Giovanni Tria e, infine, dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Proprio Tria e Salvini si sono resi protagonisti dell’ultimo scontro su una delle misure più controverse proposte sull’asse gialloverde.
Salvini vuole i minibot e una riforma trumpiana
Da Washington, il ministro dell’Interno ha voluto risaltare l’importanza di operare una manovra “trumpiana” anche in Italia. Ovvero: una riduzione drastica della pressione fiscale (i cui benefici maggiori si vedrebbero per le fasce alte e medio-alte di reddito). Il leader del carroccio ha anche lanciato una stoccata a Tria: “se qualcuno ha uno strumento più intelligente (per pagare i debiti della Pubblica Amministrazione, bene, altrimenti si va avanti con quello”.
Per Giovanni Tria, ci sono delle alternative
“Resto della mia idea sui Minibot, non serviranno perché le misure alternative ci sono, e cioè la pubblica amministrazione pagherà i debiti, il problema è più del settore privato”. È quanto ha dichiarato Giovanni Tria circa la necessità (o meno) di portare avanti la manovra avanzata da Borghi e dal Carroccio. Tria ha riconosciuto il momento non propriamente positivo dell’andamento economico italiano, ma ha voluto sottolineare la bontà della legge di bilancio e delle manovre – presenti e future – volte a dare uno slancio all’economia e al commercio, grazie a una rinnovata fiducia da parte degli investitori. Questo tema è stato trattato anche dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, secondo il quale “serve una visione chiara del futuro e uno sforzo condiviso per rilanciare la fiducia e gli investimenti”.
Per Di Maio, ha inciso eccessivamente il pregiudizio nei confronti del nuovo Governo
Le risposte di Di Maio e Salvini non sono tardate ad arrivare. Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico ha voluto sottolineare la necessità di pagare i debiti della Pubblica Amministrazione, anche perché, altrimenti, “non ha alcuna credibilità per chiedere le tasse”. Questo il pensiero del ministro pentastellato che ha voluto comunque sottolineare come il governo intenda affrontare la procedura d’infrazione “con responsabilità”.
Di Maio ha voluto altresì rimarcare quanto abbia inciso il pregiudizio dei mercati nei confronti dell’esecutivo gialloverde. Di Maio ha dichiarato: “se vuoi abbassare il cuneo fiscale devi fare delle scelte coraggiose e noi rivendichiamo il diritto di parlarne. Se non se ne può nemmeno parlare che si alza lo spread, allora facciamo un’agenzia di rating a palazzo Chigi e noi ce ne andiamo”.
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