C’è una differenza che, probabilmente, alla stragrande maggioranza delle persone sfugge, ed è quella tra dati personali e dati sensibili. Vediamo cosa dice la legge a questo proposito e perché è opportuno tenere distinti i concetti in oggetto.
Dati sensibili e dati personali: quale fonte normativa di riferimento?
Appare opportuno ricordare quale sia, in merito alla differenza tra dati personali e sensibili, la fonte normativa di riferimento e che fa esplicito uso di questi due concetti. Si tratta del Regolamento Europeo sulla Protezione dei Dati Personali, anche noto come GDPR (General Data Protection Regulation).
A partire dal 2018 è direttamente applicabile in tutti gli Stati membri il regolamento 679/2016, relativo alla protezione e tutela della persone fisiche con riferimento al trattamento e alla libera circolazione dei dati personali. Insomma, si tratta di un vero e proprio Codice della Privacy, valido anche per l’Italia. La finalità di tale normativa è assicurare certezza giuridica, armonizzazione e maggiore semplicità delle regole inerenti il trasferimento di dati personali dall’Ue verso altre parti del pianeta.
In particolare, tale regolamento è significativo in quanto introduce regole meglio definite su informativa e consenso e chiarisce i limiti al trattamento automatizzato dei dati personali. Il regolamento in oggetto è altresì utile perché fa riferimento ai concetti di dato personale e di dato sensibile, da tener ben distinti onde non far confusione.
Qual è la differenza?
In base a quanto vigente, per “dato personale” si deve intendere ogni tipo di dato o informazione essenziale ed inerente una persona fisica identificata o identificabile: ad esempio, nome, cognome, data di nascita, numero di telefono, codice fiscale, il numero di conto corrente. Sono considerate dati personali anche le informazioni che consentono di venire a conoscenza delle modalità di collegamento al web: ad esempio, password, indirizzo mail ecc.
Per “dati sensibili“, invece intendiamo tutte quelle informazioni che rivelano e comunque portano a conoscenza, ad esempio, dell’origine etnica, razziale o dell’opinione politica o religiosa, o dello stato di salute di una persona. Sono dati insomma, che in qualche modo si “aggiungono” e integrano quelli ancora più fondamentali menzionati sopra. È importante aver chiara la differenza, vista la mole di documenti in cui, oggigiorno, è fatta menzione dei dati in oggetto, ed anche per meglio poter tutelare la propria privacy e riservatezza nei confronti di terzi.
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