Da Sintra in Portogallo, dove è in corso un vertice tra i governatori delle banche centrali europee sullo stato dell’economia continentale, Mario Draghi torna ad armare il suo “bazooka”. Nella giornata di martedì ha infatti dichiarato che il Quantitative Easing, ed in generale le politiche macroeconomiche che hanno caratterizzato il suo mandato alla guida della BCE, potrebbero tornare ad agire.
Target prioritari di Draghi sono la stabilità dei prezzi e dunque il controllo dell’inflazione, di cui un’accelerazione rispetto all’attuale bassa crescita è obiettivo dichiarato da raggiungere. Tagli dei tassi, nuovi acquisti di obbligazioni, altre misure per mitigare danni possibili all’economia europea sono quindi in rampa di lancio. Per Draghi queste politiche sarebbero già stata discusse e sviscerate nelle scorse settimane.
Dichiarazioni smentite da alcune fonti interrogate dall’agenzia Reuters per cui il Consiglio Direttivo della BCE, il principale organo comunitario di indirizzo della politica economica dell’Unione, non avrebbe ancora trovato un accordo su queste ipotesi, affrontate solo preliminarmente.
Le fragilità dell’economia europea e mondiale sullo sfondo
L’annuncio di Draghi, che non giunge a sorpresa per molti osservatori economici internazionali, è orientato al futuro dell’Unione. A novembre infatti scadrà il mandato di Draghi a Francoforte, e sono già in corso le manovre politiche per la successione. A sfidarsi sono l’ortodossia del “falco” Jens Weidmann e la posizione meno devota all’austerità incarnata dal presidente francese Macron.
Sullo sfondo, le tensioni internazionali in ambito commerciale e dunque geopolitico. In particolare, lo scontro tra Stati Uniti e Cina obbligherebbe le autorità finanziarie continentali ad attrezzarsi, prevedendo la possibilità di nuovi stimoli e di nuovi paracadute ad un’economia continentale i cui fondamentali permangono fragili. In un recente comunicato la BCE aveva parlato di nuove misure solo in caso di “contingenze avverse”. Ora potrebbe agire anche solamente in caso di mancanza di miglioramenti nel quadro macroeconomico.
Nemmeno la notizia del prossimo meeting tra USA e Cina ai margini del prossimo G20 di Osaka sembra aver avuto un impatto in questo quadro. Il carattere ondeggiante delle relazioni tra le due superpotenze tra distensione e scontro favorisce infatti l’incertezza sui mercati.
Economia ultime notizie: Trump apre la campagna elettorale
Dagli USA, dove ha lanciato la sua campagna elettorale per la rielezione nel 2020, Donald Trump ha subito attaccato Draghi per le sue dichiarazioni. L’attuale inquilino della Casa Bianca ha accusato il Governatore della BCE di manipolare artificialmente il tasso di scambio euro-dollaro per avvantaggiare l’economia europea. Accuse respinte a stretto giro di posta da Draghi.
Un euro più debole favorirebbe per il presidente americano le esportazioni europee, sfavorendo contestualmente quelle statunitensi. Trump ha anche affermato di valutare la posizione dell’attuale governatore della Federal Reserve Jerome Powell. A seguito del meeting del board della Fed (in conclusione questo pomeriggio), Powell contrariamente alle volontà di Trump non dovrebbe annunciare anch’egli un taglio ai tassi di interesse. L’ipotesi più probabile è che ciò accada nel mese di luglio. Il tema rimane scottante per l’attuale inquilino della Casa Bianca.
Proprio sull’economia Trump sembra infatti voler giocare tutte le sue carte in vista della prossima competizione elettorale. Da Orlando, Florida, luogo del comizio di ieri, il tycoon ha attaccato infatti anche Pechino. Affermando che “i giorni del furto di impieghi, aziende, sogni e ricchezza dagli Stati Uniti sono finiti”. Un taglio ai tassi di interesse, con la probabile crescita dell’economia reale che ne seguirebbe, sarebbe una manna dal cielo per Trump.
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