La comica Katia Follesa posta su Instagram una foto dal letto di ospedale: “il mio cuore ogni tanto richiede coccole” ha scritto rassicurando i suoi follower sulle proprie condizioni di salute.
Il messaggio ai follower
“La vera preoccupazione è il mio naso (scherza la Follesa, nella foto che commenta si tocca appunto il naso, ndR) e che sono a digiuno da due giorni. Grazie infinite al Gruppo Ospedaliero di San Donato un Presidio di ricerca eccellente che mi tiene a bada e che mi fa vivere al meglio la mia vita! Attraverso la ricerca ho imparato molte cose soprattutto a prendermi cura di me in particolare del mio cuore che ogni tanto richiede coccole! Grazie alla Dottoressa del mio cuore la Cardiologa Serenella Castelvecchio, al Dott. Leorenzo Menicanti il Cardiochirurgo piu affascinante della terra e al Professor Carlo Pappone, luminare dell’aritmologia che ha elaborato il mio cuore con un motore da Formula 1!!! Il tempo di mangiare qualcosa e mi rialzo! Onorata di rappresentare il Gruppo Ospedaliero di San Donato”.
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Katia Follesa: la scoperta della malattia
La comica di 43 anni diventata famosa grazie al programma Zelig nel 2006 ha scoperto di soffrire di una cardiomiopatia ipertrofica non ostruttiva, una malformazione congenita che cura assumendo betabloccanti e che la costringe a dei controlli periodici ogni 6 mesi. Ora è testimonial della campagna Love The Beat del Gruppo Ospedaliero San Donato Foundation volto alla prevenzione delle patologie cardiovascolari.
Tempo fa ha raccontato in un’intervista al settimanale Oggi l’episodio in cui si è resa conto che qualcosa non andava mentre era alla guida della sua auto: “non sentivo più il cuore battere, una sensazione tremenda. Oddio, cosa mi sta succedendo? Mi sono spaventata, temevo di morire dentro quella macchina. Per fortuna ho avuto la lucidità di accostare e aspettare”. Dunque, la scoperta di soffrire del disturbo ereditario: “ce l’aveva anche mio padre”. La Follesa non ha rinunciato a vivere la sua vita nonostante tutto: “sto seguendo una terapia di betabloccanti, e dovrò farlo a vita. Devo prendere pastiglie ogni giorno, ma la malattia è sotto controllo e per ora non sono previsti interventi chirurgici. Ogni sei mesi, però, devo fare degli esami di controllo. Non posso fare sforzi né praticare sport a livello agonistico. Tutte le mattine vado in palestra, all’ora in cui ci sono le signore anziane. Faccio un’oretta di allenamento cardio, ma senza ammazzarmi”.
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