Medvedev sarà il capo di Russia Unita. Un sistema sempre meno costituzionale
Se tutti questi piani verranno realizzati, Russia Unita si troverà in una situazione complessa. La sua reputazione è notevolmente compromessa, per non dire di peggio, e nel caso della comparsa di un “secondo partito del potere”, nelle vesti del Fronte, RU non sarebbe in grado di competere con esso, per lo meno nella sua forma attuale. Bisogna anche tener conto del fatto che il Fronte è in realtà una struttura più ampia di RU. D’altra parte, come ha scritto recentemente la Nezavisimaja gazeta, l’arrivo di Medvedev a RU potrebbe aiutare a migliorare l’immagine del partito. La carica di suo presidente permetterebbe a Medvedev di prendere iniziatie alla Duma, prima di tutto nel campo delle modernizzazioni, un vecchio cavallo di battaglia dell’attuale capo del Cremlino. E la contrapposizione del Fronte e di RU prenderebbe le sembianze della “lotta del bene con il meglio”.
[ad]D’altra parte, chi conosce la situazione dubita che Putin vorrà dirigere una struttura di partito, e perciò non prevedono la trasformazione del Fronte Popolare in un partito a breve scadenza. Come ha supposto un altro politologo, Gleb Pavlovskij, capo della fondazione „Politica efficiente” e notoriamente vicino a Putin, il Fronte è per il premier un modo per distanziarsi da tutto l’attuale sistema politico. Putin effettivamente ha espresso l’opinione che proprio lo “status soprapartitico” del Fronte popolare è il suo lato forte che apre maggiori possibilità di coinvolgere nella collaborazione tutte le forze della società. Il premier ha più volte sottolineato che per il prossimo futuro questo status deve essere mantenuto.
Pavlovskij ritiene che il capo dello stato, di fatto relegato al di fuori del sistema, si sta trasformando in una figura chiamata a surrogare l’assenza di regole. “In questo non si scorge né un sistema bipartitico, né pluripartitico, né monopartitico. Si scorge piuttosto una crepa spalancata, per ora non riempita, nel sistema di governo fra la figura sempre meno integrata del presidente e un sistema sempre meno costituzionale”.
di Giovanni Bensi