TFS e TFR dipendenti pubblici: dilazione 24 mesi, sentenza depositata

Tfs e Tfr: importanti novità in proposito, la Corte Costituzionale ha confermato la validità della dilazione di 24 mesi per i dipendenti pubblici

TFS e TFR dipendenti pubblici: dilazione 24 mesi, sentenza depositata
TFS e TFR dipendenti pubblici: dilazione 24 mesi, sentenza depositata

Importanti novità a proposito della buonuscita: la Corte Costituzionale ha confermato la validità della dilazione di 24 mesi per i dipendenti pubblici.

TFS e TFR: la sentenza della Consulta

Depositata la sentenza della Corte Costituzionale sulla rateazione della buonuscita dei dipendenti pubblici che ha fatto molto discutere negli scorsi mesi. Già ad aprile la Consulta aveva giudicato non irragionevole il meccanismo attualmente in vigore che prevede l’erogazione dell’indennità nel corso di 24 mesi con pagamento in tre rate annuali per tutti quei dipendenti che non hanno raggiunto i limiti di età o di servizi previsti dai rispettivi ordinamenti. Invece, il pagamento dell’indennità dovrà avvenire nel corso di 12 mesi per tutti quei pensionati che hanno raggiunto i limiti massimi di età o di servizio.

Le motivazioni espresse dai giudici

Perché questo doppio binario? Nel provvedimento recentemente licenziato i giudici spiegano che se il rapporto di lavoro viene risolto dall’interessato in modo volontario con congruo anticipo rispetto al raggiungimento dei limiti di età o di servizio o comunque prima che si sia maturato il diritto al pensionamento, dunque, non è irragionevole, appunto, prevedere un trattamento più svantaggioso. D’altro canto, sono previste in parallelo alcune tutele che in casi particolari prevedono l’erogazione dell’indennità entro tre mesi e non 24: per cessazione dal servizio per inabilità derivante o meno da causa di servizio, per esempio, oppure per decesso del dipendente.

Sulla stessa linea, ha senso la modulazione delle rate prevista dal legislatore. Infatti, i togati ribadiscono anche a questo proposito quanto precedentemente sostenuto: “l’ulteriore sacrificio imposto ai dipendenti delle pubbliche amministrazioni discende pur sempre da una cessazione anticipata dal servizio”. Tra l’altro, bisogna sottolineare che essendo prevista una progressione delle dilazioni all’aumentare dell’importo dell’indennità, i beneficiari dei trattamenti più modesti vengono comunque tutelati.

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