Decreto Autonomie: Lega a M5S “senza, il governo non va avanti”
Decreto Autonomie: Lega a M5S “senza, il governo non va avanti.” È questa l’affermazione, contundente, del capogruppo alla Camera del carroccio.
Una delle partite più rilevanti che si stanno giocando attualmente dalle parti di palazzo Chigi – insieme a riforma fiscale, flat tax e negoziazioni con Bruxelles – è quella delle Autonomie. Abbiamo già descritto, in questi giorni, come lo scontro tra Lega e Movimento sia abbastanza evidente. Il carroccio propone una riforma delle Autonomie che conceda più spazio e indipendenza agli enti locali. Una riforma che auspica, così, un decentramento sia amministrativo che economico. Una posizione che non convince il Movimento 5 Stelle.
Di Maio predica calma sul decreto Autonomie
Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico chiede calma al partner di governo, che vorrebbe accelerare le pratiche per la riforma. Di Maio ha assicurato di tenere in alta considerazione le istanze di maggior autonomia provenienti da Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto ma che, allo stesso tempo, non possono risultare ulteriormente pregiudicate Regioni già a rischio come la Calabria, la Sicilia, la Puglia o la Campania. Il capo politico del Movimento chiede che la riforma venga elaborata tenendo in considerazione il parere delle Commissioni parlamentari.
La Lega va in pressing attraverso Fontana e il capogruppo alla Camera
La risposta del carroccio è stata pressoché immediata: sia Attilio Fontana – Governatore della Regione Lombardia – che Riccardo Molinari (capogruppo della Lega alla Camera) hanno espresso forti riserve sull’atteggiamento cauto del Movimento. Molinari ha ricordato che “le autonomie sono uno dei pilastri dell’accordo col M5S: negare quel pilastro per la Lega è negare uno dei punti principali del programma. Il governo non può andare avanti senza autonomie, questo è chiaro.”
Gli altri fronti aperti
Non c’è solo il decreto Autonomie a tener banco. Anche la recente crisi della Sea Watch 3 ha aperto una ulteriore breccia all’interno dell’esecutivo. Salvini ha chiesto l’applicazione del decreto sicurezza bis, che porterebbe all’arresto della capitana della Sea Watch 3, la tedesca Carola Rackete. Ipotesi tuttavia improbabile, in quanto la multa (salata) da pagare sarà saldata con buona probabilità dalla stessa Sea Watch. Di Maio crede che “se passeremo l’estate a litigare con le Ong abbiamo già perso”. Ma – sottolinea il vicepremier pentastellato – “non guido io il Viminale.”
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