Si parla spesso della questione della tracciabilità e dei pagamenti tracciabili, anche per gli indubbi benefici che tale sistema dà alla lotta contro l’evasione fiscale ed altri tipi di reati. Di seguito ecco cosa è utile sapere e come l’Agenzia delle Entrate controlla i movimenti di denaro.
Se ti interessa sapere come fare a riconoscere una banconota falsa e come comportarti, clicca qui.
Pagamenti tracciabili: di che si tratta? quali sono le finalità?
Anzitutto, occorre chiarire il contesto di riferimento, ovvero cosa il legislatore intende per “pagamenti tracciabili“. Nel gergo tipico del settore dell’economia, con questi termini intendiamo un insieme di regole e norme mirate a vietare o, comunque, limitare l’utilizzo del contante, in qualità di mezzo idoneo a compiere transazioni economiche di vario genere.
Insomma, pagamenti tracciabili sono tutti quei pagamenti come assegni postali o di banca, moneta elettronica, carte di credito, bancomat, carta prepagata, bonifici (bancari, postali, tramite internet o cellulare), mirati da una parte ad evitare l’uso di contante per la stessa operazione; e dall’altra a dare una traccia riconoscibile, nel corso del tempo, del flusso di denaro. La tracciabilità, come ovvio, può essere garantita soltanto da un uso esteso ed efficace di banche dati elettroniche, che possano catalogare e conservare tutti questi pagamenti tracciabili (e di cui si serve il Fisco per la lotta contro vari tipi di reati fiscali).
Sono piuttosto chiare le finalità di un tale sistema digitalizzato di controllo dei flussi e degli spostamenti di ricchezza da un soggetto ad un altro. Si tratta infatti di arginare e reprimere fenomeni come l’evasione o l’elusione fiscale e garantire la trasparenza e l’integrità dei movimenti di denaro. Inoltre, un tale sistema è idoneo a combattere diversi altri reati, quali il reato di riciclaggio, i finanziamenti alle organizzazioni terroristiche, i furti di denaro o, ancora, i casi di falsificazione di banconote.
Appare opportuno ricordare che, attualmente, la legge vieta lo spostamento di somme di denaro contante di valore pari o superiore a 3.000 Euro: in queste circostanze, sono ammessi i soli strumenti tracciabili. Analogamente, vanno ricordate le sanzioni in materia, che possono arrivare anche ad importi molto ingenti (fino a 50.000 Euro). Una consegna a mani di un alta somma di denaro potrebbe essere indicativa di uno spostamento illecito di ricchezza: ecco perché il legislatore impone, oltre una certa cifra, il pagamento tracciabile.
Se ti interessa saperne di più su come funziona la fideiussione bancaria e affitto, clicca qui.
I controlli da parte del Fisco
Oggi il Fisco è molto facilitato nel venire a capo dei vari flussi e spostamenti di ricchezza. Infatti, per svolgere un controllo sul conto corrente bancario, l’Agenzia delle Entrate – e oggi anche la GdF– non deve più entrare in contatto con la banca e chiedere la consegna degli atti e documenti riferiti ad un determinato contribuente e correntista, inerenti tutti i vari spostamenti e operazioni finanziarie. Infatti, oggi, tali informazioni sono già rese note in via elettronica, periodicamente, con il cosiddetto “Archivio dei rapporti finanziari“.
Tale archivio costituisce una banca dati ad hoc, riconducibile all’Anagrafe Tributaria. Insomma, oggi all’Agenzia delle Entrate che intenda fare un un controllo nei confronti di un soggetto specifico (ad esempio un pensionato o un imprenditore), non può sfuggire più nulla. Anzi questo gigantesco archivio di informazioni finanziarie sui contribuenti, è ormai fondamentale per ogni controllo fiscale. È chiaro che in caso di irregolarità acclarate, potranno scattare sanzioni anche ingenti.
Segui Termometro Politico su Google News
Scrivici a redazione@termometropolitico.it