Può capitare, nei rapporti tra creditore e debitore, di avere a che fare con una cosiddetta quietanza di pagamento. Forse però non tutti sanno esattamente cosa sia. Vediamolo di seguito in sintesi e chiariamo quale è il valore legale di essa, nonché di assegno e F24.
Quietanza di pagamento: di che si tratta?
È agevole definire cosa sia una quietanza di pagamento: altro non che un modo per cautelarsi ed evitare possibili contestazioni da parte del creditore, che potrebbe appunto sostenere di non essere stato pagato, quando invece non è così. Insomma, ogni volta che un debito è saldato (sia in denaro sia con la consegna di un bene), è auspicabile redigere una quietanza di pagamento, vale a dire un documento scritto, una dichiarazione formale o una sorta di ricevuta, con cui il creditore attesta ed afferma che il pagamento effettivamente vi è stato, e cioè che l’obbligazione è stata adempiuta. Essa deve sempre indicare le parti (creditore e debitore), importo, firma del creditore. Anche indicazione di data e causale, ovvero l’origine del debito, sono fondamentali.
Quietanza, assegno e F 24: il valore legale
Per ciò che attiene alla quietanza di pagamento, il suo valore legale (e quindi come eventuale prova) è dato dalla presenza in essa degli elementi indicati sopra; sebbene la mancanza della data del versamento o della causale non comporti nullità della dichiarazione, potrebbe però sorgere il rischio di contestazioni da parte del creditore. Essa potrà quindi essere utilizzata validamente in un’eventuale controversia in tribunale, a sostegno delle proprie ragioni: potrà valere come prova, al pari di una confessione stragiudiziale. Il creditore potrà, infatti, contestarla soltanto facendo riferimento ad un eventuale errore di fatto in essa o all’eventualità che gli sia stata imposta con violenza.
Se ci riferiamo invece al cosiddetto modello F 24, intendiamo qualcosa di diverso. Esso è infatti il modello utilizzato sul territorio italiano, al fine di pagare gran parte delle imposte, tasse e contributi che lo Stato prevede per i cittadini. Insomma tale documento riguarda i rapporti di debito-credito tra cittadino e Stato e non tra privati (come invece la quietanza suddetta).
Come ha avuto modo di precisare la Corte di Cassazione, pur essendo tecnicamente redatta da un privato cittadino, il modello F24 di fatto è considerato un atto pubblico. Ciò in quanto è data delega dall’Amministrazione finanziaria agli istituti bancari, al fine di rilasciare attestazione dell’avvenuto pagamento e, contestualmente, la conseguente liberazione dal debito tributario. Certamente un modello F 24, correttamente compilato, può avere, se necessario, utilità probatoria in giudizio.
L’assegno, invece, non è altro che un titolo di credito, con il quale un soggetto ordina all’istituto di credito, di pagare al portatore legittimo del titolo, una somma di denaro, specificamente indicata nel titolo stesso. Si tratta insomma di uno strumento idoneo a saldare debiti, tra privati, con versamenti di denaro e, laddove sia compilato seguendo tutti le regole prescritte dalla legge, anch’esso ben potrà esser fatto valere in giudizio.
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